Nonostante il mancato ribaltone sperato, qualche nuova condanna è stata accolta con favore
L’AQUILA – È arrivata la sentenza della Corte di Appello, sulla tragica vicenda di Rigopiano. Qualche cambiamento c’è stato, rispetto al primo pronunciamento e il commento dei famigliari o dei legali delle famiglie non è tardato ad arrivare. Tra i primi a rilasciare una dichiarazione, è stato Alessio Feniello, padre di Stefano, ragazzo di 28 anni, morto a seguito della valanga: “Ci aspettavamo di più. La condanna della Regione e della Provincia. Non penso che sia una cosa normale tirare dentro un tecnico comunale e l’ex prefetto. Andavano condannati altri personaggi. Se oggi avessero preso tutti l’ergastolo a me non cambiava nulla. Potevo guardare la foto di mio figlio e dire ho fatto il mio dovere per darti giustizia”. Non soddisfatto, Egidio Bonifazi, padre di Emanuele, l’addetto alla reception della struttura morto a 31 anni: “Tutte le allerte valanga sono state ignorate. Con questa sentenza muore la prevenzione in Italia. Che la facciamo a fare? Ho provato molta confusione. Non hanno reso giustizia. Sono molto amareggiato perché non sono stati puniti i maggiori responsabili”. Non soddisfatto a pieno neanche Marco Foresta, che nella tragedia di Rigopiano è rimasto orfano, vista la morte del padre, Tobia Foresta e della madre, Bianca Iudicone: “Hanno tirato dentro Provolo e Bianco, questo sì, ma non c’è stato un ribaltone purtroppo come ci aspettavamo. Ma aver ribaltato la sentenza per il Prefetto Provolo, con l’accusa di falso e omissione di atti d’ufficio, è qualcosa. Sicuramente si sarebbe potuto fare di più”. Un commento sulla sentenza, arriva anche dall’avvocato Giovanni Ranalli che rappresenta i familiari di una delle vittime, Alessandro Riccetti, di Terni che lavorava nell’hotel di Farindola come receptionist: “c’erano fatti che gridavano vendetta, come il non avere agito, nonostante le segnalazioni giunte tre giorni prima, ed anzi avere finto di avere fatto il proprio dovere, cercando poi di nascondere le proprie responsabilità. Una bella giornata, però, perché non solo c’è la conferma delle condanne inflitte in primo grado, ma anche ulteriori, fra cui quelle dell’allora prefetto di Pescara Provolo e dell’ex capo di gabinetto della prefettura Bianco, anche per la mancata apertura della cabina di regia necessaria per procedere alle operazioni di soccorso”