La lettura del dispositivo, a porte chiuse, è prevista per domani pomeriggio dopo le 16
PESCARA – Si concluderà domani, dopo oltre due mesi di udienze, il processo d’Appello all’Aquila per la tragedia di Rigopiano. La sentenza arriva a oltre un anno dalla sentenza di primo grado del Tribunale di Pescara. Sette anni fa, nel pomeriggio del 18 gennaio 2017 una valanga travolse il lussuoso resort alle pendici del versante pescarese del Gran Sasso, provocando la morte di 29 persone.
È stato già annunciato che la lettura del dispositivo di sentenza – prevista a porte chiuse – non avverrà prima delle 16. Il collegio dei giudici, presieduto da Aldo Manfredi, dovrà decidere sui numerosi ricorsi presentati: primo fra tutti quello della procura di Pescara, contro l’assoluzione per 25 dei 30 imputati. In primo grado furono condannati il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta (due anni e otto mesi); i dirigenti della Provincia di Pescara Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio (tre anni e quattro mesi ciascuno); sei mesi ciascuno per l’ex gestore Bruno Di Tommaso ed il geometra Giuseppe Gatto. In quella occasione l’accusa di disastro colposo cadde per molti dei principali imputati, tra i quali l’ex Prefetto Francesco Provolo, per il quale il pool della procura coordinato dal procuratore capo Giuseppe Bellelli e composto dai sostituti procuratori Anna Benigni e Andrea Papalia, aveva chiesto 12 anni; l’ex presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco, per il quale erano stati chiesti sei anni. Assolti anche tecnici e dirigenti regionali in uno scenario, secondo l’articolato impianto accusatorio, di diffuse responsabilità su vari fronti, dai permessi di costruzione dell’albergo, alla gestione dell’emergenza di quei giorni drammatici sul fronte delle condizioni atmosferiche, alla gestione dei soccorsi, fino ad una presunta vicenda di depistaggio in merito alla telefonata di Gabriele D’Angelo, dipendente dell’albergo e una delle vittime, che aveva allertato la Prefettura sulla situazione di pericolo, fatta sparire.