In Corte di Assise sarà fatta chiarezza sui legami tra gli imputati, le vittime e i traffici criminali che hanno fatto da sfondo alla vicenda criminale
PESCARA – Compariranno il 29 marzo, davanti ai giudici della Corte di Assise di Chieti, i tre indagati per l’omicidio dell’architetto pescarese Walter Albi, 66 anni, freddato da un killer nel pomeriggio del primo agosto del 2022, in un bar sulla strada parco di Pescara. Nell’agguato rimase ferito l’ex calciatore, Luca Cavallito, 50 anni, testimone chiave dell’indagine della Procura del capoluogo adriatico, coordinata dal procuratore capo Giuseppe Bellelli, dal procuratore aggiunto Anna Rita Mantini e dal pm Andrea Di Giovanni, oggi presenti in tribunale nell’udienza davanti al Giudice per le udienze preliminari, Francesco Marino. Il Gup, valutato l’impianto accusatorio, ha deciso di rinviare a giudizio Cosimo Nobile, presunto autore materiale dell’omicidio, Maurizio Longo, il fiancheggiatore, secondo gli inquirenti, e Natale Ursino, membro di una famiglia calabrese legata alla ‘Ndrangheta, che avrebbe avuto il ruolo di mandante dell’aggressione omicida, scaturita dal mancato impegno di trasportare un grosso quantitativo di cocaina dal Sud America. Decisiva, nell’impianto accusatorio costruito dai magistrati della Procura pescarese, la testimonianza del sopravvissuto all’agguato, Luca Cavallito, che ha fatto luce sulla spietata esecuzione della quale è rimasto vittima Walter Albi. In Corte di Assise sarà fatta chiarezza sui legami tra gli imputati e le vittime, i traffici criminali che hanno fatto da sfondo alla vicenda criminale, la pistola utilizzata dall’assassino, rubata ad una guardia giurata nella rapina avvenuta qualche giorno prima al Centro agroalimentare di Cepagatti, vicenda al centro di un altro procedimento giudiziario, per il quale è attesa la sentenza il prossimo 6 febbraio. Certi di avere ancora carte da giocare i legali della difesa: l’avvocato di Maurizio Longo, Giancarlo de Marco, mostra fiducia sugli esiti del processo, confidando sull’assenza di misure cautelari a carico del suo assistito, mentre Massimo Galasso, incaricato della difesa di Cosimo Nobile, si dice pronto a dimostrarne l’assoluta estraneità.