Per la Cassazione va rideterminata la condanna di 21 anni
PESCARA – Nuovo giudizio davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Perugia per Giuseppe Di Martino, accusato di aver ucciso il padre al culmine di una lite il 14 giugno del 2019. La sentenza di appello è stata annullata dalla Cassazione che ha dichiarato fondato il ricorso limitatamente al trattamento sanzionatorio. Per cui si dovrà rideterminare la condanna per il mancato accoglimento delle attenuanti generiche. Di Martino era stato condannato a 25 anni in primo grado e a 21 anni di reclusione in appello. Di Martino aveva dichiarato, in fase di interrogatorio, di essere intervenuto quando aveva visto il padre aggredire per l’ennesima volta la madre 76enne, afferrandolo per il collo e ingaggiando con lui un corpo a corpo nel corso del quale l’uomo aveva sbattuto più volte la testa sul tavolino del tinello. Invece secondo la procura l’uomo avrebbe strangolato il padre: “la condotta complessivamente posta in essere dall’imputato evidenzia una incontrovertibile determinazione da parte di Giuseppe Di Martino – si leggeva nelle motivazioni di primo grado – seppur verosimilmente insorta o quantomeno notevolmente rafforzatasi al momento dello scontro fisico con il padre, che non lascia dubbi sulla sussistenza della volontà omicida”