La sentenza ci sarà il prossimo 25 marzo. L’uomo aveva ricevuto un pacco dove era stato nascosto un telefono cellulare
SULMONA – Rischia una pena da due a cinque anni un detenuto del carcere di Sulmona, per “accesso indebito di dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti”. Lo scorso anno, nel corso di un controllo svolto dagli agenti di polizia penitenziaria, in un pacco confezionato dalla zia dell’imputato era stato rinvenuto un telefono cellulare accuratamente nascosto ma scovato dall’operatore di polizia giudiziaria. Il pacco arrivava dalla Puglia, dalla zia del detenuto, come si giustificò il diretto interessato, spiegando di non essere a conoscenza di tale “omaggio”, versione confermata anche davanti al giudice, Concetta Buccini, dall’avvocato del detenuto. Per questo episodio il prossimo 25 marzo arriverà la sentenza. Il fatto avvenne prima della più ampia vicenda dei telefoni dietro le sbarre, per la quale nove detenuti furono assicurati alla giustizia mentre un poliziotto penitenziario, trovato con tre microcellulari in tasca, si appresta a patteggiare la pena.