Il Presidente della Commissione Degrado Urbano e Polizia Locale scriverà al Prefetto per sollecitare un intervento
PESCARA – “Una bomba ecologica” questa la definizione data dal presidente della Commissione Degrado Urbano e Polizia Locale, Armando Foschi. Il riferimento è alla discarica presente in strada Colle Pizzuto, alle spalle della zona di via Tirino. La volontà del Consigliere comunale Foschi è quella di: “portare all’attenzione del Prefetto di Pescara il ‘caso’ inerente alla bomba ecologica della discarica di strada Colle Pizzuto, una superficie di proprietà di privati che, nonostante le ordinanze sindacali e della Asl, continuano a non bonificare il terreno né tantomeno a recintarlo per impedire l’abbandono dei rifiuti. E nel vertice chiederemo al Prefetto di prevedere anche la presenza del Presidente del Tribunale di Pescara e del Presidente del Tar, per capire quale sia la strada amministrativa da percorrere per restituire salubrità al sito e dignità ai residenti del quartiere, costretti a convivere da anni con quella vergogna, mentre le ordinanze sindacali vengono annullate con un colpo di spugna dai ricorsi al Tar accolti”. È quanto venuto fuori nel corso della Commissione, alla presenza del maggiore Donatella Di Persio con gli agenti della Polizia locale del settore Ambiente e il funzionario Alessia D’Orazio. “La situazione in strada Colle Pizzuto continua ad avere contorni drammatici, oltre a profilarsi una condizione di inquinamento ambientale meritevole di indagine – ha sottolineato il Presidente Foschi -. I cittadini della zona si rivolgono al Comune disperati per quella enorme discarica di pattume che ogni giorno cresce dinanzi alle loro abitazioni, discarica in cui c’è di tutto: dai tubi di metallo alla plastica, a lavatrici, frigoriferi e divani, a sanitari dismessi, con lavandini e servizi vari, mobilio di vario genere, pneumatici distrutti e, infine, quintali di materiali inerti, frutto di ristrutturazioni e manutenzioni e bidoni contenenti olii di ogni genere. È purtroppo evidente che in maniera praticamente sistematica ci sono soggetti che in maniera criminale scaricano i propri rifiuti in quell’area, dove è stata divelta in più punti la rete di recinzione, senza alcuno scrupolo in merito al danno reale che stanno arrecando al territorio né tantomeno alcuna preoccupazione per la salute di chi vive su quella collina. E senza pensare che proprio al di sotto di quella scarpata corre il Fosso Vallelunga che assorbe tutto quell’inquinamento oltre che trascinare a valle i rifiuti che puntualmente rotolano dalla scarpata, ostruendo la foce dello stesso Vallelunga. Purtroppo, sino a oggi, dopo le decine e decine di denunce e segnalazioni pure ricevute dagli uffici comunali e dal Comando della Polizia locale, abbiamo assistito al gioco del cane che si morde la coda, ovvero: la Polizia locale indaga, verifica l’esistenza della discarica, viene emessa l’ordinanza per obbligare i proprietari privati a bonificare i terreni con la rimozione dei rifiuti e a ripristinare la rete di recinzione divelta per garantire la custodia delle superfici con la diligenza del buon padre di famiglia. Ma uno dei proprietari che di professione è un legale puntualmente impugna al Tar le ordinanze, paventando il difetto di competenza, ovvero sostenendo di non essere l’autore di quella discarica e anzi di essere la vittima vedendo i propri terreni deturpati da ignoti, contro i quali, a suo dire, l’amministrazione comunale non adotterebbe misure di vigilanza sufficienti. Ma in realtà il Comune non può vigilare su terreni di proprietà privata, né tantomeno può ripulire personalmente, a sue spese quella scarpata, e il risultato è che, a oggi, sembra che si abbia le mani legate e a rimetterci sono i residenti di Strada Colle Pizzuto, condizione inaccettabile. L’ultima ordinanza emessa dal Comune risale al 19 marzo scorso, puntualmente è stata impugnata al Tar nell’ultimo giorno utile e proprio ieri l’Ufficio Ambiente del Comune ha ricevuto la notifica dell’ultima sentenza con cui il Tar ha accolto il ricorso e annullato l’ordinanza perché, in sintesi, non sarebbero state condotte indagini approfondite su chi sia il vero responsabile della discarica, ossia chi nel tempo abbia effettivamente abbandonato i rifiuti. Ora, è evidente che le sentenze si accettano e non si commentano, ma è pur vero che l’amministrazione comunale ha necessità di individuare la strada amministrativamente percorribile per giungere alla soluzione di una problematica drammatica, un’amministrazione che un anno fa ha anche provveduto personalmente alla bonifica dell’amianto individuato sui tetti delle stallette in sostituzione del privato inottemperante rispetto a una specifica ordinanza sindacale. Ovviamente non demordiamo in quello che è diventato un vero braccio di ferro: lo scorso 15 dicembre le unità della Polizia locale dirette dal maggiore Di Persio hanno effettuato l’ennesimo sopralluogo sul posto redigendo un apposito verbale nei confronti dei proprietari per ordinare il ripristino immediato della recinzione a ridosso della strada che collega via Colle Falcone con via Colle Renazzo, recinzione utile al fine di impedire e ostacolare l’abbandono dei rifiuti. Se entro pochi giorni quel verbale non produrrà effetti, lo stesso si tradurrà in un’ordinanza sindacale, ma prima che ricominci il gioco del ricorso al Tar chiederemo al sindaco di portare quel verbale all’attenzione del Prefetto, con allegate le immagini di quella bomba ecologica attaccata alle abitazioni, del Presidente del Tribunale e del Tar per individuare con le Autorità giudiziarie la via amministrativa utile a interrompere il circolo vizioso e restituire dignità a una zona della città prestigiosa, ma di fatto invivibile da anni”.