Domani l’ultimo addio a Carolina D’Addario, la sarta 84enne uccisa a Gissi

6 Gennaio 2024
1 minuto di lettura
Carolina D'Addario e il Ris di Roma

I funerali verranno celebrati domani, domenica 7 gennaio, alle ore 10,30 nella chiesa di San Bernardino

GISSI – Verranno celebrati domani, domenica 7 gennaio, alle ore 10,30 nella chiesa di San Bernardino a Gissi, i funerali di Carolina D’Addario, la sarta di 84 anni trovata morta lo scorso 23 dicembre nella sua abitazione.

La restituzione della salma ai familiari rappresenta una piccola consolazione dopo il dolore immenso provato per aver perso una donna così speciale, descritta da tutti come una persona estremamente socievole e disponibile. Intanto continuano le indagini per fare completa luce sull’omicidio, di cui unico indagato resta Flavio Giovanni Meo, il 59enne reo confesso originario di Palmoli e domiciliato a Gissi, che nel pomeriggio di quel maledetto giorno avrebbe ucciso l’anziana con un coltello per poi portarle via gli ori e i contanti presenti nel suo appartamento.

Nella mattinata del 3 gennaio scorso a Gissi sono giunti anche i Ris, che su richiesta della procura di Vasto hanno proceduto a effettuare rilevamenti scientifici sia nell’abitazione dell’anziana che in quella di Meo, alla ricerca di impronte, tracce ematiche e quant’altro possa far luce sui particolari dell’episodio, che presenta tutt’ora dei punti oscuri, nonostante l’immediata confessione di Meo.

Per quanto, infatti, il presunto omicida abbia fatto rinvenire alle forze dell’ordine sia l’arma del delitto che il bottino portato via dalla casa della donna, resta da capire innanzitutto il movente del gesto: mentre al proprio legale, l’avvocato Luigi Masciulli, l’uomo ha riferito di essere entrato in casa della donna solo per chiederle un piccolo prestito, portando con sé il coltello all’unico scopo di spaventarla, in paese assicurano invece che tra i due esisteva dell’acredine, a causa dell’abitudine dell’uomo di fare i propri bisogni proprio in via del Sole, ovvero il vicolo dove si trova l’entrata secondaria della casa dell’anziana e da cui passava chiunque volesse accedere al suo laboratorio, dove continuava a svolgere il lavoro di sarta.

Qualunque sia il movente del delitto, comunque, Meo non si è mai dichiarato pentito, ripetendo che il suo desiderio, una volta tornato libero, è quello di lasciare sia Gissi che Palmoli per trasferirsi altrove. Ma le accuse a lui mosse, ovvero omicidio volontario aggravato, rapina pluriaggravata e porto senza giustificato motivo di strumento atto a offendere, anche in questo caso aggravato, non sono certo di poco conto e, se condannato, l’uomo potrebbe dover affrontare l’ergastolo. Ma di questo Meo, in completo stato confusionale come più volte ripetuto dal suo legale difensore, non si è ancora reso conto.

Altro da

Non perdere