Grande affermazione per il Maestro teatino che ottiene un ambito riconoscimento
CHIETI – Un riconoscimento importantissimo per l’artista Mauro Di Berardino che ha ottenuto la pubblicazione nel Catalogo degli artisti moderni italiani n.59 (CAM) edito da Mondadori e fortemente voluto dal famoso storico dell’arte italiana Alessandro Masi. Un traguardo a dir poco prestigioso per l’artistica abruzzese che, dopo aver fatto registrare il tutto venduto nella mostra personale dello scorso anno, organizzata nelle eleganti sale della Gart Gallery in via Gobetti a Pescara, si è guadagnato il favore di pubblico e critica. Davvero grande il talento artistico di Mauro Di Berardino come concordano ormai da tempo i più apprezzatiaddetti ai lavori.
Ma chi è Mauro Di Berardino? Un artista nato a Chieti nel 1978 che non ha avuto una formazioneformale. Nel 2012, dopo un’esperienza di premorte, ha scoperto improvvisamente la capacità di dipingere e di utilizzare i colori in modo eccezionale.
“Ho sviluppato, così”, comincia l’artista teatino, “un’abilità speciale nel dare equilibrio alle opere neoespressioniste. Nonostante la mancanza di una formazione artistica tradizionale, riesco a percepire il disequilibrio all’interno di un’opera e a intervenire finché, questa non raggiunge una sensazione di equilibrio. Questo processo intuitivo e personale mi ha guidato nel creare opere uniche che esprimono le sue emozioni e prospettiva artistica.
Il mio percorso artistico”, prosegue Di Berardino, “è stato caratterizzato da diversi periodi di esplorazione e crescita. Inizialmente, ero affascinato dallo stile giapponese e medievale, ma ho presto capito di non essere ancora maturo abbastanza per sintetizzare in brevi tratti tutta l’emozione che sentivo dentro di me. Ho deciso, allora, che questo sarà il mio punto di arrivo, la mia ambizione di sintetizzare il tutto in pochi e singoli gesti.
Successivamente, mi sono soffermato sulla rappresentazione degli occhi. Li ho considerati”, aggiunge Di Berardino,” come il punto centrale delle mie opere, dedicando tempo e passione nello studio e nella pratica attraverso numerosi schizzi.
Man mano che sviluppavo la tecnica e la comprensione artistica, ho sentito il desiderio di esplorare ulteriormente l’espressività e la comunicazione delle emozioni attraverso forme più ampie e complesse. Il neoespressionismo, con la sua libertà e intensità espressiva, si è rivelato un territorio fertile per trasmettere le profonde emozioni esplorate.
Nel passaggio dalla rappresentazione degli occhi al neoespressionismo” chiarisce il Maestro teatino, “ho trovato una nuova libertà nel dipingere e nell’esprimere le emozioni in modo più ampio. Il neoespressionismo mi ha permesso di sperimentare con tratti più audaci, colori vibranti e composizioni dinamiche, amplificando così la potenza delle mie opere ma, anche in questa fase, sto vivendo un nuovo passaggio. Sto cercando di evitare di inserire emozioni e sensazioni pesanti e terrene, cercando invece una strada più sfidante. Sto cercando di ripulire il neoespressionismo dai suoi tratti scuri e di concentrarmi su una trama di colore più pura, incentrata sul cuore e sull’innocenza, senza però perdere di vista la tradizione.
Questo nuovo approccio”, chiosa Di Berardino, “rappresenta una sfida personale, poiché cerca di trovare un equilibrio tra l’intensità emotiva del neoespressionismo e una purezza che sia più legata al cuore e all’innocenza”.