L’episodio, avvenuto il 19 dicembre scorso, è stato denunciato dal segretario provinciale Faisa-Cisal di Chieti
VASTO – “Siamo a denunciare quanto è accaduto nella serata del 19 dicembre scorso a un operatore di esercizio, dipendente di una delle società di trasporto presenti sul territorio della provincia di Chieti, Di Fonzo spa”. A scriverlo in una nota è Romano Pasquale, segretario provinciale Faisa-Cisal.
“L’aggressione, – continua Pasquale – che si è verificata a bordo del mezzo, ha come causa il rispetto del Codice della strada; infatti, in base a quanto ci viene illustrato dall’operatore di esercizio in questione, l’aggressore che si trovava lungo la strada della Statale 16, nei pressi di Borgata marina, comune di Torino di Sangro, attendeva il servizio di trasporto per raggiungere la propria destinazione”.
“Al passaggio del servizio, – si legge nella nota – il nostro assistito ha ritenuto di non poter fare la fermata per la salita, a causa della reale condizione di scarsa sicurezza in un contesto in cui, sulla Statale 16 la fermata bus è inesistente e un eventuale azzardo all’interruzione della corsa avrebbe potuto mettere in pericolo l’incolumità dei viaggiatori presenti a bordo e dello stesso conducente. Tale situazione però, non è stata recepita dall’aggressore che, al fine di farsi giustizia, ha pensato di raggiungere il pullman alla fermata al distributore di Vasto Nord, salire a bordo e aggredire l’operatore. Ovviamente il nostro assistito, per come è stato malmenato e offeso, ha richiesto l’intervento della polizia e del 118. Dopo essere stato soccorso e trasportato in ospedale, è stato dimesso con una diagnosi di 7 giorni di convalescenza”.
“Quanto accaduto a un lavoratore, che è anche padre di famiglia, non può essere un elemento da sottovalutare soprattutto quando nel proprio dovere ci sono il rispetto delle regole e del Codice della strada – prosegue il segretario Faisa-Cisal –, cosa che non sembra essere recepita da chi pensa ancora che l’autobus possa essere utilizzato come si voglia; abbiamo capito, nel tempo, che i conducenti sono diventati elemento su cui scaricare qualsiasi evento che arrechi danno ai trasportati, anche se non direttamente responsabili dei fatti”.
“Non è la prima denuncia che questa Federazione fa sull’argomento, – sottolinea Pasquale – ma da diverso tempo chiediamo che vengano messe in opera maggiori misure atte alla tutela del personale che è front-office delle società di trasporto. La consapevolezza che le fermate bus sono da considerare infrastrutture di sicurezza del servizio di trasporto sembra non voler entrare nel buon senso comune. La carenza cronica dei fondi da destinare alle infrastrutture e la scarsa educazione all’utilizzo del mezzo di trasporto sono elementi che creano questi episodi. Ci aspettiamo anche da questo episodio, che la società di trasporto e gli enti preposti prendano le dovute misure atte a garantire una maggiore tutela verso i conducenti”.