Enrico Melozzi:”Riscopriamo l’orgoglio di essere abruzzesi”. Il Direttore d’orchestra presenta l’album della Notte dei Serpenti

14 Dicembre 2023
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Enrico Melozzi, Direttore d'Orchestra
Enrico Melozzi, Direttore d'Orchestra

Dopo lo straordinario successo dell’evento dello scorso 29 luglio, esce in tutti gli store digitali di musica l’intero spettacolo andato in scena allo Stadio del Mare a Pescara

Copertina La Notte dei Serpenti

PESCARA – Uscirà domani, venerdì 15 dicembre, in tutti gli store digitali di musica, l’album della “Notte dei Serpenti”. L’evento abruzzese diretto dal Maestro Enrico Melozzi e organizzato in collaborazione con la Regione Abruzzo. Uno spettacolo straordinario che si è svolto lo scorso 29 luglio, nello Stadio del Mare di Pescara davanti a diecimila persone. Una lunga notte sulle note dei brani folkloristici abruzzesi. Canzoni di un’epoca che non c’è più e che si stavano dimenticando. La straordinaria bravura e versatilità del Maestro Melozzi, invece, è riuscita nel rendere moderne queste canzoni capaci, oggi, di arrivare all’orecchio di tutti, dai più grandi ai più piccoli. La Notte dei Serpenti rappresenta anche un grido per sottolineare la potenza della nostra regione che per troppi anni, ingiustificatamente, è stata relegata a regione minore quasi come diceva Boccaccio nel Decamerone (“gli è più lontano che Abruzzi) cioè un lungo distante, sbattuto in fondo. Eppure le caratteristiche uniche della regione più bella e verde d’Europa, sono tutte vincenti ma mancava l’orgoglio di vivere in Abruzzo. Il riscatto di un popolo, però, parte anche da eventi come la Notte dei Serpenti che è destinato a ripetersi negli anni a venire e che diventerà, sicuramente, lo spettacolo di punta e più atteso dell’intero Abruzzo. A presentare l’Album della Notte dei Serpenti, è il Maestro Enrico Melozzi:

Dal 29 luglio al 15 dicembre, sono passati quasi 5 mesi per avere “La notte dei Serpenti” in versione integrale. Come mai?

Ci è voluto un po’ di tempo, perché ci voleva un grande lavoro. In tv abbiamo mostrato solo alcuni brani rispetto all’intera scaletta fatta dal vivo. Ci sono delle dinamiche televisive importanti e quindi per la messa in onda abbiamo dovuto fare delle scelte. Per me è stata quasi una mutilazione nello scegliere i brani da mandare in tv. C’erano degli ospiti per cui i brani eseguiti da loro dovevamo e volevamo montarli nel girato trasmesso su Rai1. Devo dire che le scelte, poi, si sono rivelate vincenti perché l’attenzione che abbiamo avuto è stata tantissima. Lo dimostra anche il fatto che il 31 agosto, in seconda serata abbiamo vinto la concorrenza con l’8,9% di share con un picco del 10,5%. Numeri straordinari che mi inorgogliscono. L’Album che uscirà domani, invece, è stato concepito per mantenere la scaletta della serata e sono contento che le persone possano apprezzare il primo capitolo di questa saga che si chiama Notte dei Serpenti.

Dopo questo grande evento, secondo lei, c’è maggiore consapevolezza dell’abruzzesità?

Quando abbiamo ideato la notte dei serpenti, abbiamo lavorato su due fronti. Il primo era quello di far conoscere il nostro mondo, la storia delle canzoni e della tradizione abruzzese a tutti. In secondo luogo, ed è quello sul quale ho voluto lavorare maggiormente, era far capire agli abruzzesi il valore della nostra regione. Volevo risvegliare gli animi. A fine serata, ho detto al Presidente Marsilio <<Bastava crederci>>, perché davvero ho creduto fin da subito che uno spettacolo di questo tipo potesse avere enorme successo. Diciamo che si è risvegliata la consapevolezza di non essere inferiori agli altri. Io credo che per i prossimi anni, si parlerà di Abruzzo come negli ultimi 20 anni si è parlato della Puglia. La notte della Taranta, ha ancora un grande successo ma sta rallentando, sono certo che la Notte dei Serpenti, negli anni a venire, prenderà il sopravvento. 

Vive lontano dall’Abruzzo, gira il mondo per i concerti, per cui ha un punto di vista diverso rispetto a noi che ci abitiamo. Cosa manca realmente alla nostra regione?

Secondo me manca un po’ di strutture ricettive. Ci sono pochi alberghi ed è un discorso che vale un po’ per tutte le provincie. Bisognerebbe investire molto su questo. Io viaggio tantissimo, stiamo lavorando per crescere come il treno per Roma ma, per esempio, io vivo a Teramo, una città che ha la stazione che termina con un muro e i treni non vanno avanti. Purtroppo da questo punto di vista siamo messi male, con i collegamenti e bisognerebbe incentivare il cambiamento perché il turista vuole arrivare facilmente alla meta. Un’altra cosa che manca, sono gli spazi della cultura. Gli artisti si radunano intorno ad un posto fatto appositamente per loro, altrimenti si disperdono. Bisognerebbe avere più teatri, più sale concerti, più luoghi dove si possa esprime l’arte in tutte le sue sfaccettature. Paghiamo un passato scellerato, che ha guardato solo ed esclusivamente al lavoro, accantonando completamente l’arte. Il tutto era dovuto ad una mentalità sbagliata che pensava all’arte come una cosa secondaria e invece non lo è mai stata. Noi dobbiamo puntare tutto sull’arte e sulla bellezza, sulla capacità di intrattenere e coinvolgere. Tanti campi di calcio quanti teatri, così esplode un movimento di giovani e ragazzi che hanno modo di esprimersi. Se non avessi frequentato i teatri, non sarei arrivato dove sono ora.

Però siete in tanti abruzzesi ad aver raggiunto traguardi straordinari.

Gli artisti abruzzesi, fateci caso, sono tutti dovuti andare fuori per esprimere il proprio talento, hanno dovuto lasciare tutto per trovare le fortune. Noi siamo confinanti con Roma, dovremmo avere molta più tendenza ad avvicinarci e a frequentare il mondo capitolino. Il talento c’è, è indubbio, ma vanno incentivati anche con studio e con maestri di grande livello che possano garantire una formazione di qualità. 

Tornando all’album della “Notte dei serpenti” cosa diciamo agli abruzzesi?

Ascoltate questo disco con curiosità. Fatelo ad ascoltare a tutti, dai bambini agli adulti. Mettetevi intorno ad un tavolo, con i nonni, genitori, fratelli, amici e ascoltatelo insieme. Riviviamo le nostre tradizioni, che abbiamo sempre messo sotto il tappeto pensando di doverci vergognare del nostro passato e del folklore abruzzese. Ripartiamo dai momenti belli, convinciamoci della bellezza della nostra storia e delle nostre radici e i risultati arriveranno in tempo.  

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