Multopoli a San Salvo, due condanne e cinque assoluzioni nella sentenza di primo grado

27 Settembre 2023
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La vicenda riguarda la gestione delle contravvenzioni nel periodo tra il 2008 e il 2011

Dopo dieci anni si è risolto in due condanne e cinque assoluzioni il processo per la multopoli sansalvese, la vicenda giudiziaria riguardante la gestione delle contravvenzioni a San Salvo nel periodo tra il 2008 e il 2011 che ha visto imputate sei persone, tra cui anche Benedetto Del Sindaco, l’ex capo della polizia locale di San Salvo deceduto due anni fa.

Il collegio giudicante del tribunale di Vasto, formato da Stefania Izzi (presidente), Elisa Ciabattoni (giudice) e Rosanna Buri (giudice onorario), ha condannato in sentenza di primo grado le due ex vigilesse Carmela Alba Felice, difesa da Fiorenzo Cieri, e Angela Monaco, difesa da Antonello Cerella, rispettivamente alla pena di 3 anni e 3 mesi e alla pena di 3 anni, oltre che all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, all’interdizione dal pubblico ufficio di agenti della polizia locale di San Salvo per la durata della pena, al risarcimento dei danni in favore del Comune di San Salvo e al pagamento delle spese processuali. Il pm Giuseppe Falasca aveva chiesto per loro cinque anni di reclusione.

Sono stati invece assolti per non aver commesso il fatto i vigili Dino Di Fabio, difeso da Clementina De Virgiliis, e Nicola Pagano, difeso da Alessandra Cappa, e l’imprenditore Gianluca Ciavatta, assolto perché il fatto non sussiste. Prescrizione invece per Carmela Menna, dipendente comunale, e Felicia D’Errico, investigatrice privata.

I fatti risalgono agli anni tra il 2008 e il 2011 quando, come si leggeva in una nota della procura di Vasto, “dalle indagini era emersa l’esistenza di un vincolo associativo tra gli agenti indagati, che sono stati accusati di molteplici reati tra cui associazione a delinquere, peculato, falso, abuso d’ufficio, accesso abusivo al sistema informatizzato del Pubblico registro automobilistico, nonché reati di minaccia a pubblico ufficiale e di violenza a terzi soggetti a conoscenza dei fatti, al fine d’impedire l’accertamento dei delitti da loro commessi e l’esistenza del connubio criminale in essere tra loro. In particolare gli agenti avrebbero omesso la riscossione in tutto o in parte di somme dovute all’Ente per sanzioni amministrative al Codice della Strada, avrebbero formato atti falsi per far risultare pagati alcuni verbali mediante versamento di somme su conti correnti risultati successivamente inesistenti e, talvolta, avrebbero modificato l’importo della sanzione prevista dalla normativa per appropriarsi del surplus, ovvero per fare sconti indebiti o omesso di spedire alcuni verbali permettendo così al contravventore di esimersi dal pagamento della sanzione amministrativa, con conseguente danno per le casse comunali”.

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