Circa 60 detenuti sono in protesta per le condizioni del carcere. Il Sinappe: “Sembra una discarica”
TERAMO – Circa sessanta detenuti hanno dato il via a una decisa protesta, tra reclami, disordini interni
e danneggiamenti vari, per una situazione che i sindacati definiscono “ai limiti della tollerabilità”. La protesta infatti riguarda le condizioni del carcere teramano, tra finestre e vetri mancanti, assenza di erogazione di acqua calda e malfunzionamento degli impianti termoidraulici. Questi, alcuni dei disagi posti alla base delle violente reazioni. “Per il futuro, è sempre più concreto il rischio che qualcuno possa davvero farsi male”, scrive in una nota il Sinappe di Teramo, “L’insediamento di un nuovo direttore nel carcere di Castrogno aveva indotto a sperare in azioni risolutive che però tardano ad arrivare”.
A tutto ciò si unisce la sofferenza organica, causa anche del piano di smaltimento del congedo ordinario arretrato: “azione a cui questo Sindacato non può non plaudire, trattandosi di diritto insopprimibile del dipendente, per altro soggetto a caducazione in caso di mancata fruizione. Rispetto a ciò, tuttavia, ci si sarebbe aspettato un aiuto dall’esterno, teso a sostituire quello forzatamente assente”.
“Al contrario, al fine di sopperire all’assenza del personale in congedo, altri devono
effettuare turni infiniti a cui non seguirà giusta retribuzione del lavoro straordinario per
superamento dei limiti individuali”, continua il sindacato. Da ultimo non vengono tralasciate le condizioni
igienico ambientali: “il Castrogno sembra divenire una discarica a cielo aperto, vi sono cumuli
di immondizia ovunque. Sul punto ci chiediamo cosa sia stato fatto per lo smaltimento o il
recupero, nonostante gli interventi ASL effettuati a ridosso della scorsa estate siano stati
severi e perentori”.