Marsilio : “Le norme esistenti erano ormai inadeguate e anacronistiche, non adatte ai bisogni contemporanei e all’urbanistica moderna”
L’AQUILA – Un approccio nuovo e soprattutto innovativo alla gestione e progettazione del territorio, per governare il cambiamento in una visione sistemica, con attenzione alla qualità urbana, all’ambiente e alla qualità della vita. La legge urbanistica dell’83 è stata superata, oggi, dall’approvazione della nuova normativa in Consiglio regionale. “La nuova legge urbanistica regionale arriva a distanza di 40 anni dalla precedente. Fino ad oggi il settore in Abruzzo era regolato da una legge del 1983, un’era geologica fa, una legge assolutamente inadeguata ai bisogni contemporanei e all’urbanistica moderna – ha commentato il Presidente della Regione, Marco Marsilio -. Oggi abbiamo una nuova legge che affronta i temi attuali. Si passa dalla espansione edilizia alla riconversione, alla rigenerazione urbana, zero consumo di suolo, attenzione estrema alla difesa dell’ambiente, all’equilibrio e, soprattutto, alla qualità architettonica. Elementi importanti inseriti all’interno di questa norma che permetterà ai professionisti, alle amministrazioni comunali e ai cittadini di avere uno strumento moderno ed efficiente che supera decenni di stallo”.
“Le norme esistenti erano ormai inadeguate e anacronistiche – continua Marsilio -. Ringrazio l’assessore Nicola Campitelli, la maggioranza del Consiglio regionale di centrodestra che ha avuto la capacità e la forza di affrontare un tema così importante, così sensibile, così delicato anche per gli interessi materiali che smuove, aver trovato la giusta sintesi, ma anche il giusto equilibrio, la convinzione e la solidità politica per poter dare alla Regione Abruzzo questo nuovo importante strumento”.
E sulla “Nuova legge urbanistica sul governo del territorio” interviene il capogruppo di Fratelli D’Italia in consiglio regionale, Massimo Verrecchia: “Questo governo regionale, con l’approvazione odierna della legge, porta avanti una nuova visione in materia urbanistica, fatta di semplificazioni normative e di progetti all’avanguardia – ha detto -. Una riforma che occorreva da ben 40 anni e con orgoglio possiamo dire che a fine di questa legislatura siamo riusciti a portare a termine un altro obiettivo che ci eravamo posti all’inizio del nostro mandato e che rappresenta una concreta dimostrazione dell’impronta moderna e riformatrice di questa amministrazione regionale. Alle esigenze dell’Abruzzo è indispensabile rispondere con provvedimenti che diano una scossa a tutto il sistema economico, riducendo l’impatto della burocrazia”.
Per Lorenzo Sospiri, presidente del Consiglio regionale “Dopo quarant’anni riformiamo una materia che a livello normativo non era più al passo con le trasformazioni degli ultimi decenni. Tra le finalità del testo approvato oggi dal Consiglio regionale ci sono il contenimento del consumo di suolo, la riqualificazione e la rigenerazione urbana oltre alla semplificazione delle procedure. Si tratta di un testo innovativo e per alcuni versi rivoluzionario anche grazie all’introduzione di un diverso impianto della pianificazione del territorio rurale che saprà tracciare, in modo ordinato, una nuova fase di sviluppo socio economico dell’Abruzzo. La nascita della nuova Legge Urbanistica Regionale ha visto un ampio dibattito con tutti i soggetti interessati e il prezioso contributo di Associazioni, Organismi di Categoria e cittadini oltre che delle opposizioni. A questo proposito voglio ringraziare tutti compresa l’intera struttura tecnica e gli uffici del Consiglio regionale. Sarà possibile garantire il corretto uso e la tutela delle risorse territoriali, ambientali e paesaggistiche; viene assunto come un dovere il contenimento del consumo del suolo; si punta a migliorare la qualità urbana attraverso la compensazione urbanistica e le misure premiali; si tutelano le aree agricole di rilevanza ambientale e la qualità degli spazi urbani; si promuove il risparmio energetico e idrico, con un sistema della mobilità e di smaltimento dei rifiuti che sia razionale; si determinano i livelli di qualità urbana in grado di garantire benessere, salubrità, efficienza e sicurezza, oltre a livelli accettabili di insediamenti urbani promuovendo una maggiore qualità della vita soprattutto per i soggetti fragili, il che significa innanzitutto abbattimento delle barriere architettoniche e città a misura di anziano, bambino o diversamente abile. Oggi consegniamo all’Abruzzo uno strumento moderno, solido ed efficace, capace di adeguare al nuovo millennio una norma ormai datata e che doveva fare i conti con gli input che ci arrivano dall’Europa, ma anche con una regione profondamente cambiata che oggi al consumo del suolo preferisce reinventare una nuova vita per l’esistente. Oggi diamo una direzione, fissiamo dei punti fermi e ai territori spetterà recitare il ruolo da protagonisti”.
Per le opposizioni la maggioranza avrebbe negato ogni confronto e applicato la ghigliottina agli emendamenti presentati. “Per capire il valore e la necessità delle modifiche, basterebbe fare riferimento alle richieste venute in primis dagli Ordini degli Architetti di Pescara, L’Aquila e Teramo, che hanno spiegato come il nuovo testo di legge, seppur innovativo rispetto alla legge del 1983, si innesti su un sistema di piani regionali, il piano paesistico, il quadro di riferimento, fermi al 2000 – hanno commentato i consiglieri Silvio Paolucci, Antonio Blasioli, Dino Pepe, Pierpaolo Pietrucci e Sandro Mariani – . È proprio su questa visione che i Comuni abruzzesi saranno tenuti a uniformarsi per la loro pianificazione, con i ‘Puc’ che prendono il posto dei Piani Regolatori e che tra l’altro dovranno essere redatti senza risorse regionali e senza incentivi a farlo insieme, rendendo i territori più omogenei tra loro. Incredibile, poi, quanto deciso per i terreni agricoli: viene reso di fatto impossibile costruirvi, poiché le nuove edificazioni sono permesse solo in presenza di un progetto di sviluppo di un’azienda agricola, che dovrà tra l’altro essere approvato dal Consiglio comunale del territorio di appartenenza. Una scelta che farà discutere e sarà causa di liti giudiziarie. Per chiunque non sia un coltivatore diretto o un’azienda agricola sarà altrettanto impossibile realizzare un piccolo edificio in territorio agricolo, anche nel caso si tratti di una porzione di terreno edificabile. Per l’ennesima volta il vero volto della destra abruzzese si manifesta: no al confronto, no alla discussione trasparente e si a norme che dietro l’intenzione del risparmio del suolo, in realtà permettono il dilagare di aumenti volumetrici e cemento”. (M.S.)