Dall’analisi del Centro Studi emerge una diminuzione della produzione di 2,3 punti percentuali per il 2023 e di 0,8 punti per il prossimo anno. A soffrire maggiormente i settori energy intensive.
L’AQUILA – Futuro a tinte fosche per l’economia aquilana, le cui previsioni di crescita segnano un netto rallentamento per il 2024. La stima si assesta a un timido +0,5%, una frenata dovuta all’effetto negativo dei tassi di interesse sulle imprese e sulle famiglie e a una dinamica negativa del commercio internazionale. E’ quanto emerge dal Rapporto di previsione del Centro studi di Confindustria L’Aquila, su elaborazione dei dati nazionali, stilato ad ottobre 2023. Su scala nazionale, l’andamento del Pil nel 2023 si profila in forte rallentamento rispetto al 2022, quando era cresciuto del +3,7%. Nel 2022 la dinamica dell’attività industriale delle imprese della provincia dell’Aquila era aumenta dello 0,4%, mostrando segnali di indebolimento nella seconda metà dell’anno. Per quanto riguarda la produzione è attesa una diminuzione del 2,3% quest’anno e dello 0,8% nel 2024.
“A soffrire sono principalmente i cosiddetti settori energy intensive, come carta, chimica, metalli non metalliferi e metallurgia – spiega il presidente di Confindustria L’Aquila Abruzzo Interno, Riccardo Podda -, e quelli che rientrano nella filiera delle costruzioni. I livelli produttivi di questi settori si collocano tutti sotto ai valori medi del 2019”. Settori che hanno subito una contrazione nel 2022, ma anche nella prima parte di quest’anno: in media tra gennaio e agosto, rispetto allo stesso periodo del 2022, la chimica è in calo del 9,7%, la carta dell’11,6%, la metallurgia del 7,1%. Emerge, al contrario, una maggiore dinamicità per i comparti ad alta tecnologia come, ad esempio, la farmaceutica e le attività di elettronica e apparecchiature elettriche.
La spesa delle famiglie è rimasta quasi ferma nella seconda metà del 2023. I consumi delle famiglie torneranno ad aumentare nel 2024, con più slancio nella seconda metà dell’anno, sulla scia della discesa dell’inflazione e, quindi, del recupero del potere d’acquisto con una crescita media dello 0,6%. In preoccupante calo gli investimenti, cresciuti moderatamente nel 2023 (+0,5%), al di sotto dell’acquisito al 2° trimestre (+0,8%). “La dinamica è attesa in ulteriore peggioramento nel 2024 con un -0,1%, in forte ridimensionamento rispetto agli anni scorsi , per effetto anche del minor ammontare di investimenti realizzati con il Pnrr, rispetto a quanto programmato nel Def di aprile scorso – sottolinea il direttore di Confindustria L’Aquila, Francesco De Bartolomeis -, in questo scenario di previsione si evidenzia un utilizzo solo parziale delle risorse Pnrr rispetto a quanto programmato per il 2023 e 2024 e, quindi, la sp