Filipponi e il sindaco soddisfatti del confronto sulla bozza. Tra 30 giorni ci sarà quello definitivo
Il nuovo PUMS è tema più che mai sentito a Teramo: ieri pomeriggio al parco della scienza si è tenuto un incontro tra amministrazione, cittadini e la MIC HUB (la ditta che ha redatto la bozza) in collegamento. Filipponi ha iniziato sottolineando che non è necessario allarmarsi: quella di cui si discute è la bozza, a cui possono essere suggerite modifiche da chiunque tramite pec o istanza al comune. Il PUMS dell’amministrazione sarà quello redatto al termine di 30 giorni dalla presentazione della bozza, con tutte le proposte di modifica del caso.
La MIC HUB ha proceduto poi all’illustrazione del piano, all’interno del quale rientrano le famose 40 azioni e molte di quelle ai cittadini fanno letteralmente paura. Una in particolare in realtà ha strizzato un po’ lo stomaco anche all’assessore Filipponi, come ha dichiarato lui stesso: quella che prevederebbe la pedonalizzazione di ponte San Ferdinando, in una sorta di mega ztl che da corso San Giorgio ingloberebbe poi anche corso vecchio e scendendo addirittura fino alla zona della stazione. Tutti punti nodali per la città. Una ztl nuova a cui avrebbero accesso solo disabili e residenti, nella misura di un’auto per famiglia.
All’interno di una illustrazione che è stata quantomeno tecnica e basata più sulla modalità di redazione di un PUMS che non di spiegazione delle novità, sono balzate all’orecchio dichiarazioni come che a Teramo non si è stimolati ad andare in bici perché non ci sono pali a cui attaccarle e quindi si ha timore che la bici venga rubata: da ciò nasce la proposta di prevedere un maggior numero di stalli, allo scopo di incentivarne l’uso. Oppure che è necessario debellare le auto perché chi va in giro a piedi o in bicicletta ha timore di questi mostri a quattro ruote.
Ha fatto poi seguito l’intervento del consigliere Rabbuffo che ha paragonato il PUMS alla Fontamara di Ignazio Silone. «Questo piano così redatto non apre a nulla, chiude il centro storico limitandolo ulteriormente, già non è attrattivo e noi pensiamo a chiuderlo ancora di più». A lui si sono succeduti commercianti e residenti che in linea di massima hanno espresso un’unico pensiero: il PUMS così danneggerà la città, danneggerà il centro cittadino. «Io chiuderò la mia attività, perderete 4 posti di lavoro, pensateci voi a rimpiazzarli», ha dichiarato Franca Labrecciosa, «noi siamo la storia di questa città e meritiamo rispetto. Già oggi le vie sono deserte, c’è il degrado assoluto, non ci sono macchine, dove le vedete tutte le macchine che avete così tanta voglia di eliminare? Magari le vedessi io! Ci state remando contro».
Filipponi e il sindaco si sono comunque detti molto soddisfatti del confronto perché nel bene e nel male l’importante è comunicare. Anche le critiche fanno bene e sulla base di quelle sicuramente si ragionerà per redigere il vero PUMS di Teramo.
Il prossimo incontro con i commercianti si terrà giovedì prossimo e a seguire con i giovedì anche quello con i residenti.