Il provvedimento restrittivo si inserisce nell’ambito di una più ampia e articolata attività investigativa, avviata nel dicembre 2024 a seguito di un furto sfociato in rapina consumato a Martinsicuro
TORTORETO – Questa mattina i Carabinieri della Compagnia di Alba Adriatica hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Teramo su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di tre soggetti comunitari, tutti con precedenti penali, uno dei quali già detenuto presso la Casa Circondariale di Teramo.
Il detenuto in questione era stato arrestato il 16 marzo scorso a Tortoreto, al termine di un’operazione dell’Arma dei Carabinieri. Latitante dal 2022, era stato condannato dal Tribunale di Venezia a 2 anni e 5 mesi di reclusione per una serie di furti aggravati commessi nel 2018 in ville del Veneto. Si tratta di un soggetto ritenuto di elevata pericolosità sociale, con un lungo e articolato curriculum criminale, caratterizzato da numerosi furti in abitazioni private nelle regioni Veneto, Emilia-Romagna e Toscana, spesso perpetrati anche in presenza dei proprietari, a conferma della sua particolare spregiudicatezza e propensione a delinquere. I tre arrestati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, del reato di estorsione aggravata.
Il provvedimento restrittivo si inserisce nell’ambito di una più ampia e articolata attività investigativa, avviata nel dicembre 2024 a seguito di un furto sfociato in rapina consumato a Martinsicuro. Le indagini, supportate da attività tecniche, hanno permesso di accertare che: era stata commessa un’estorsione ai danni di un imprenditore locale, a cui erano stati estorti circa 4.000 euro; erano state rivolte minacce di furti e danneggiamenti nei confronti di una struttura ricettiva di sua proprietà; erano state esercitate pressioni affinché l’imprenditore ospitasse clandestinamente altri sodali comunitari. L’esecuzione urgente dell’ordinanza si è resa necessaria in quanto, dopo l’arresto di uno dei tre, gli altri indagati avevano sospettato una collaborazione dell’imprenditore con le Forze di Polizia.
Sulla base degli elementi investigativi raccolti, è emerso che i due cittadini italiani, in concorso con altri soggetti di nazionalità albanese tuttora in corso di identificazione, avevano progettato il sequestro e la successiva eliminazione fisica dell’imprenditore.