Storia e tradizione, la Processione del Venerdì Santo di Chieti incanta oltre ventimila persone

18 Aprile 2025
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Il corteo esce che il sole non è ancora tramontato, ad accoglierlo non solo i teatini ma turisti da tutta Italia

CHIETI – C’è un silenzio che parla più di mille parole, il Venerdì Santo a Chieti. È il silenzio denso di emozione che accompagna, da secoli, la più antica processione d’Italia: quella del Cristo Morto. Una tradizione che si rinnova ogni anno, capace di tenere insieme fede, memoria e identità collettiva, in una delle manifestazioni più suggestive dell’intero panorama devozionale nazionale.

Le origini di questo rito sacro si perdono nella storia: la sua prima attestazione documentata risale all’anno 842, ma fu nel 1603, con la nascita dell’Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti, che la processione assunse la forma solenne che ancora oggi la contraddistingue.

Come ogni anno, la partenza è avvenuta dalla Cattedrale di San Giustino, nel cuore del centro storico teatino. A illuminare le vie della città, non luci artificiali, ma il chiarore tremolante delle fiaccole e delle fiamme che ardono su eleganti bracieri in ferro battuto. Nessuna parola, nessun applauso: solo passi lenti, occhi colmi di commozione e il suono struggente del “Miserere” di Saverio Selecchy, capolavoro settecentesco eseguito da oltre 300 tra musicisti e coristi. Una colonna sonora austera e toccante che, da sola, meriterebbe un posto nella memoria collettiva.

Lunghi minuti di raccoglimento hanno accompagnato il passaggio dei “Trofei della Passione”, una sequenza di oggetti sacri – la lancia, il gallo, la colonna della flagellazione, la corona di spine – portati a spalla dai confratelli incappucciati. Ogni trofeo rappresenta un frammento del dolore di Cristo, e a ciascuno il pubblico riserva uno sguardo intenso, spesso lucido di lacrime. Sono oggetti che parlano, che raccontano, che uniscono le generazioni in una narrazione antica e viva.

Oltre ventimila, la stima dei partecipanti. In molti si sono recati in Abruzzo in vacanza in questi giorni proprio per assistere al rito del Cristo Morto, il più antico d’Italia.

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