Saracinesche abbassate in Abruzzo: Giovannelli (Confcommercio), «Oltre 5mila in cinque anni»

15 Aprile 2025
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È Confcommercio Abruzzo a diffondere i dati sulle chiusure delle attività commerciali dal 2019 al 2024: le più colpite sono le attività al dettaglio (4mila)

PESCARA – In Abruzzo, tra il 2019 e il 2024, hanno sono oltre 5mila le attività commerciali che hanno abbassato per sempre la saracinesca. Il taglio ha colpito in particolare il commercio al dettaglio, dove si contano 4.000 esercizi in meno e una perdita di oltre 3.000 posti di lavoro. Numeri che allarmano e che impongono una riflessione immediata, sottolinea il presidente regionale di Confcommercio, Giammarco Giovannelli. «Numeri che parlano da soli – evidenzia Giovannelli –. L’Abruzzo è la prima regione in Europa per i maggiori metri quadrati di grande distribuzione rispetto al numero di abitanti».

I dati emergono da un’analisi condotta dall’Ufficio Studi di Confcommercio Abruzzo sui registri camerali degli ultimi cinque anni. A pagare il prezzo più alto sono stati i piccoli esercizi di vicinato, dai negozi di alimentari all’abbigliamento, dalle calzature alle attività artigianali. Il commercio all’ingrosso, esclusi autoveicoli e motocicli, ha perso quasi 1.200 attività e circa 800 addetti.

Ma la concorrenza interna non è l’unica minaccia. A pesare ulteriormente è anche l’offerta commerciale delle regioni limitrofe, come Lazio, Marche e Molise, che attraggono flussi di consumatori grazie a poli di grande distribuzione. A ciò si aggiunge la pressione sempre crescente dell’e-commerce, che secondo Giovannelli «continua a far registrare numeri crescenti nelle vendite, a discapito dei negozi fisici», generando anche «una concorrenza sleale, in quanto il sistema fiscale di queste piattaforme non è di certo equiparabile a quello che devono sostenere i commercianti, soprattutto nei piccoli borghi».

Confcommercio lancia dunque un appello alle istituzioni, a partire dall’Anci Abruzzo, per aprire un confronto con i Comuni e mettere a punto strategie concrete di contrasto a questo declino. «Il commercio al dettaglio è un presidio sociale oggi importante e indispensabile, soprattutto nelle piccole realtà – dichiara Giovannelli –. È necessario che si pongano le basi per interlocuzioni e programmazioni utili con i Comuni abruzzesi interessati».

Tra le proposte avanzate dalla confederazione, una su tutte è il rilancio dei centri commerciali naturali, cioè reti coordinate di piccoli esercizi nei centri storici, capaci di offrire un’alternativa concreta alla grande distribuzione. «Stiamo ponendo le basi – spiega il presidente – per redigere uno studio attraverso il Dipartimento Urbanistica della Confcommercio Nazionale, da sottoporre all’attenzione dei sindaci, che proponga una programmazione finalizzata alla convivenza equilibrata e sostenibile tra la grande distribuzione e i piccoli esercizi, che fanno fatica ad arrivare a fine mese».

Pur non essendo contro la grande distribuzione, Giovannelli ribadisce la necessità di «trovare la strada per una diversificazione dell’offerta commerciale, che consenta di riportare nei centri storici gli acquirenti». Un’esigenza così pressante che Confcommercio Abruzzo, insieme ad altre associazioni di categoria, si dice pronta a passare dalle parole ai fatti e «ad avviare azioni eclatanti contro la nascita di altri insediamenti commerciali della grande distribuzione», conclude il presidente Giovannelli.

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