Terrorismo, dieci condanne e cinque assoluzioni nel processo “Aquila nera”

9 Aprile 2025
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Secondo l’accusa, l’associazione preparava attentati ai danni di extracomunitari, colpendo il mercatino etnico di Pescara e un albergo di Montesilvano (Pescara) in cui alloggiavano profughi stranieri; attentati a una linea ferroviaria, a politici privi di scorta, all’estremista di destra Marco Affatigato

CHIETI – Si è concluso con dieci condanne e cinque assoluzioni il processo in Corte d’Assise a Chieti legato all’operazione “Aquila Nera”, che ha portato alla luce un’organizzazione eversiva di estrema destra, l’Avanguardia Ordinivista. La Corte d’Assise ha riconosciuto la colpevolezza di gran parte degli imputati per gravi reati legati al terrorismo, all’odio razziale e alla discriminazione, anche religiosa. Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di aver promosso, costituito o fatto parte di un’associazione che si proponeva di compiere atti di violenza con finalità terroristiche, anche internazionali, e di eversione dell’ordine democratico. Le accuse includevano inoltre la diffusione di ideologie discriminatorie basate su etnia, nazionalità, razza e religione.

Tra le condanne più pesanti spicca quella a Emanuele Pandolfina Del Vasto, che dovrà scontare 11 anni e 8 mesi di reclusione. Seguono Franco Grespi (9 anni, 6 mesi e 20 giorni), Franco La Valle (8 anni), e un gruppo di imputati condannati a 7 anni e 6 mesi ciascuno: Marina Pellati, Luca Infantino, Maria Grazia Callegari e Luigi Di Menno Di Bucchianico. A 5 anni e 4 mesi sono stati condannati Ornella Garoli, Marco Pavan e Valerio Ronchi. I condannati sono stati anche condannati in solido a risarcire le parti civili, ovvero la Presidenza del Consiglio dei ministri e il Ministero dell’Interno. Sono invece stati assolti Marco Cirronis, Giuseppa Caltagirone, Tiziana Mori, Giovanni Trigona e Luigi Nanni, per i quali la Corte ha ritenuto che “il fatto non sussiste” o ha rilevato la prescrizione.

In base alle informazioni riferite dall’accusa nel corso del processo, l’associazione progettava una lunga serie di attentati: contro extracomunitari, ai danni ad esempio del mercatino etnico di Pescara e di un albergo a Montesilvano che ospitava profughi; contro una linea ferroviaria e contro politici privi di scorta. Sulla lista nera anche l’estremista di destra Marco Affatigato, obiettivo di un possibile attacco. Per finanziare le azioni e procurarsi armi ed esplosivi, gli affiliati avrebbero pianificato due rapine, con tanto di sopralluoghi in supermercati di Montesilvano, ma mai messe a segno. Il gruppo fu smantellato il 22 dicembre 2014, con una serie di arresti eseguiti nell’ambito dell’operazione “Aquila Nera”.

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