Le motivazioni della Corte di Cassazione evidenziano responsabilità nella mancata classificazione del sito come area a rischio valanghe
ROMA – La Corte di Cassazione ha depositato le motivazioni della sentenza riguardante il disastro di Rigopiano, avvenuto nel gennaio 2017. Secondo i Giudici della Suprema Corte la tragedia si sarebbe potuta e dovuta prevenire. Nelle motivazioni della sentenza del 3 dicembre scorso, che ha disposto un nuovo appello per dieci imputati, i giudici sottolineano l’importanza cruciale della prevenzione.
Secondo la Corte, identificare Rigopiano come “sito valanghivo” era un passo essenziale per garantire la sicurezza sia individuale che collettiva. Tale classificazione avrebbe imposto misure preventive come il divieto di accesso o un utilizzo controllato delle strutture presenti, limitandole ad esempio alle sole stagioni non invernali.
I giudici precisano che queste misure sarebbero dovute essere attuate ben prima dell’evento tragico, non durante né poco prima del suo verificarsi. “Era tal conclusione possibile? Tale conclusione era possibile e anche dovuta”, ribadisce la Cassazione, indicando che le azioni preventive avrebbero potuto evitare la catastrofe.