Lo sportello di ascolto del Centro La Fenice arriva anche a Roseto

19 Febbraio 2025
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Il centro, in fase di allestimento in un locale dell’Amministrazione comunale, aprirà in occasione della Festa della Donna

TERAMO – A Roseto degli Abruzzi apre uno sportello di ascolto in collaborazione con il Centro Antiviolenza “La Fenice” della Provincia. Come sottolineato dal presidente Camillo D’Angelo, la Provincia di Teramo è l’unica in Abruzzo a gestire direttamente un Centro Antiviolenza e una casa rifugio: “Siamo in prima linea e vogliamo ampliare la rete territoriale”. Con questo, gli sportelli della Fenice salgono a otto nella provincia.

“La violenza è un fenomeno in crescita” ha dichiarato Erika Angelini, presidente della Commissione Pari Opportunità, evidenziando l’importanza di una rete strutturata, con professionisti qualificati e collegamenti con le reti locali e nazionali, per contrastare efficacemente questa emergenza.

Alla firma della convenzione presenti il sindaco Mario Nugnes, la consigliera comunale Toriella Iezzi, responsabile della gestione dello sportello, e la presidente del Consiglio comunale Gabriella Recchiuti.“Bisogna riconoscere l’impegno della Provincia nel supporto alle donne vittime di violenza – ha detto il sindaco Nugnes – Questa collaborazione con i Comuni aiuta a diffondere la conoscenza del servizio e a far sentire meno sole le vittime. La consigliera Iezzi ha lavorato molto in questo ambito e ora, con il supporto della Provincia, avremo anche una sede fisica e un sostegno professionale.”

Il centro, in fase di allestimento in un locale dell’Amministrazione comunale, aprirà in occasione della Festa della Donna. Presenti alla presentazione anche la dirigente Emilia Di Matteo e la funzionaria responsabile Anna Catenaro.

Nel 2024, 80 donne si sono rivolte ai Centri della Provincia: 19 per consulenze occasionali (giuridiche, psicologiche o sociali), 38 sono attualmente seguite, mentre 18 hanno interrotto il percorso. Le violenze più frequenti sono psicologica (80%), fisica (56%) ed economica (40%). Grazie alla legge, le donne prese in carico dai Centri possono richiedere il “reddito di libertà” per un sostegno economico e il “congedo indennizzato” per chi ha un lavoro.

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