Blasioli e i consiglieri comunali del PD ribadiscono la necessità di lasciare Ambiente SpA in mani pubbliche. Il PD teme anche una rescissione del contratto prima della sua naturale scadenza al 2030
PESCARA – Il Partito Democratico torna a esprimere con fermezza la propria posizione sulla gestione della raccolta dei rifiuti a Pescara, sottolineando la necessità di mantenere Ambiente SpA in mani pubbliche. Antonio Blasioli, vice presidente del Consiglio regionale, intervenendo sulla questione, ha evidenziato come senza l’iniziativa del gruppo consiliare di opposizione, il dibattito su questa vicenda non avrebbe avuto la stessa risonanza, né in Consiglio regionale né in quello comunale straordinario di Pescara.
Blasioli ha duramente criticato l’ultimo Consiglio comunale straordinario di lunedì 17 febbraio, definendolo «il più inutile della storia di questo municipio», poiché non si è concluso con un ordine del giorno chiaro e coerente con le dichiarazioni del sindaco Masci. «Mentre Masci diceva “Valutiamo di far rimanere Ambiente in mani pubbliche”, l’ordine del giorno diceva esattamente il contrario», ha denunciato Blasioli.
Inoltre, il Partito Democratico ha posto l’attenzione su una nota datata 17 febbraio di Forza Italia, firmata dal capogruppo in Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, che manifesta un’apertura verso la trasformazione di Ambiente SpA in una società mista pubblico-privata. Questo, secondo Blasioli, avrebbe un impatto significativo sulla gestione della raccolta rifiuti a Pescara, con possibili incrementi di costi che graverebbero direttamente sulla TARI, aumentando il carico fiscale per i cittadini.
Un ulteriore elemento di preoccupazione sollevato dal PD riguarda un addendum contrattuale recentemente pervenuto al Comune di Pescara e ad Ambiente SpA, proposto dall’Agir (Autorità gestione integrata rifiuti urbani della Regione Abruzzo) sulla base di un decreto dell’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente). Questo addendum prevede la risoluzione automatica del contratto di servizio all’avvio del piano d’ambito, nonostante l’accordo con Ambiente SpA sia valido fino al 2030. «Se il nuovo assetto possa portare a una cessazione anticipata del contratto? Sembrerebbe di sì, stando alla lettura dell’articolo 204 del Codice dell’Ambiente», afferma Blasioli. Per questo motivo, il Partito Democratico lancia un appello al Sindaco di Pescara e al Consiglio di Amministrazione di Ambiente SpA: «Se quell’addendum contrattuale va sottoscritto e votato, quella parte, l’articolo 13, deve essere assolutamente stracciata».
Nel frattempo l’assemblea dei lavoratori di Ambiente SpA ha votato all’unanimità lo stato di agitazione, in risposta al rischio di privatizzazione della società. La decisione è stata motivata dalla preoccupazione che tale privatizzazione non porterebbe a miglioramenti in termini di produttività, efficienza, qualità del servizio o concorrenza, ma sarebbe guidata unicamente da logiche di profitto.