Omicidio Crox: il processo verso la sentenza. Ieri, udienza sulla perizia psichiatrica di un imputato

18 Febbraio 2025
1 minuto di lettura

Esaminata nell’udienza di ieri al Tribunale dei minori, la perizia psichiatrica eseguita su uno dei due imputati. La difesa: “I periti confermano la capacità”

L’AQUILA – I due adolescenti imputati dell’omicidio del sedicenne Christopher Thomas Luciani, conosciuto dagli amici come Crox, sono comparsi ieri mattina in aula davanti al gup Cecilia Angrisano al Tribunale dei minorenni dell’Aquila. Si è trattato di un passaggio procedurale che porterà alla discussione e alla sentenza il prossimo 6 marzo. Nel corso dell’udienza è stata illustrata la perizia psichiatrica nei confronti del minorenne che avrebbe sferrato le prime dieci coltellate: una perizia che i difensori, Massimo Galasso e Roberto Mariani, avevano chiesto in virtù di un gesto autolesionistico registrato in passato.

La perizia è stata affidata a Stefano Ferracuti dell’università La Sapienza di Roma, e Giovanni Camerini dell’università di Bologna. «È stato un esame lungo e interessante – ha detto al termine dell’udienza l’avvocato Galasso – ovviamente i periti mantengono la loro idea che è quella dell’imputabilità del nostro assistito. I due imputati, hanno risposto a lungo alle domande del presidente che ha rinviato al 6 marzo alle 9.30 la discussione e la sentenza».

«Il nostro assistito – ha proseguito il legale – è molto provato da una serie di situazioni immaginabili a partire dallo stato di detenzione e per quello che è successo. Hanno risposto ripetendo le dichiarazioni rese in corso indagini preliminari che sono state ribadite. Non c’è grossa discussione sul fatto e come è successo». L’avvocato Mariani giudica importante capire come articolare la fase difensiva. «I periti – ha aggiunto il legale – hanno confermato la questione della capacità e hanno altresì confermato che il giovane ha un problema a livello patologico. Occorrerà valutare quanto questo problema potrà incidere sulla linea difensiva. Sul fatto c’è poco da discutere, ma soprattutto sulla configurabilità delle aggravanti».

(ANSA)

Altro da

Non perdere