Sanità, l’Abruzzo “maglia nera” per la mobilità passiva: saldo negativo di 104 milioni di euro

12 Febbraio 2025
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Secondo il report della Fondazione Gimbe, l’Abruzzo è una delle regioni con il più alto deficit per mobilità sanitaria. Nel 2022, il saldo negativo è stato di 104,1 milioni di euro. La regione si colloca al dodicesimo posto sia per crediti che per debiti di mobilità

L’AQUILA – L’Abruzzo “maglia nera” per la mobilità passiva. Secondo il recente rapporto della Fondazione Gimbe, la regione ha registrato nel 2022 un saldo negativo di 104,1 milioni di euro per quanto riguarda i costi sostenuti per cure erogate a cittadini abruzzesi in altre regioni.

Un dato che posiziona l’Abruzzo tra le regioni con il più alto deficit di mobilità sanitaria a livello nazionale. In altre parole, i cittadini abruzzesi spendono più per curarsi fuori regione di quanto i pazienti provenienti da altre regioni spendono per curarsi in Abruzzo.

Il report della Fondazione Gimbe, che analizza i dati economici aggregati dal Riparto 2024, i flussi dei Modelli M trasmessi dalle Regioni al Ministero della Salute e i dati del Report Agenas, evidenzia come l’Abruzzo si trovi al dodicesimo posto sia per crediti (mobilità attiva) che per debiti (mobilità passiva).

A livello nazionale, sono Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto a raccogliere la maggior parte del saldo attivo della mobilità sanitaria, mentre Abruzzo, Calabria, Campania, Sicilia, Lazio e Puglia sono le regioni che pagano il prezzo più alto, rappresentando insieme il 78,8% del saldo passivo.

Nel 2022, la mobilità sanitaria interregionale ha raggiunto la cifra record di 5,04 miliardi di euro, superando del 18,6% il livello del 2021. I dati Gimbe confermano anche il peggioramento dello squilibrio tra Nord e Sud, con un flusso ingente di pazienti e risorse economiche che si spostano dal Mezzogiorno verso le regioni settentrionali.

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