Missione in Australia: Pd, “Biondi in vacanza con soldi degli aquilani, chieda scusa per ritardi”

23 Gennaio 2025
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Nel mirino il costo della missione, circa 14 mila euro, la gestione dei fondi per la ricostruzione e i ritardi nei lavori pubblici. Le accuse nel corso di una conferenza stampa alla presenza, tra gli altri, di Massimo Cialente, già sindaco dell’Aquila e Pietro Di Stefano, già assessore alla ricostruzione

L’AQUILA – Ancora strali sulla missione in Australia del sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi e del suo staff. Dopo il durissimo attacco di ieri dei consiglieri comunali Lorenzo Rotellini e Paolo Romano, a rincarare la dose è stato il Partito democratico aquilano che, nel corso di una conferenza stampa convocata nel pomeriggio, ha lanciato una serie di pesanti accuse all’indirizzo del primo cittadino.

Presenti il segretario cittadino del Pd, Nello Avellani, i consiglieri comunali Stefano Albano e Stefania Pezzopane, Massimo Cialente, già sindaco dell’Aquila e Pietro Di Stefano, già assessore alla ricostruzione.

Nel mirino il costo della missione, circa 14 mila euro, per ringraziare la Fondazione Australian Abruzzo Earthquake Appeal di Melbourne, istituita nel 2009 dal governo australiano e dalla comunità italiana per raccogliere 4 milioni di dollari destinati al recupero della torre civica di Palazzo Margherita. Critiche sono state mosse anche sulla gestione dei fondi per la ricostruzione, sui ritardi nei lavori pubblici e sull’opportunità del viaggio, definito un inutile spreco di risorse e una distrazione rispetto alle reali priorità della città.

Gli esponenti del Partito democratico, tra cui l’ex sindaco Massimo Cialente e l’ex assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano, hanno ricordato che quei fondi erano originariamente destinati alla costruzione di un teatro auditorium da circa 1.000 posti, previsto all’interno del parco urbano che doveva sorgere a Piazza d’Armi. “Se non fosse che – hanno affermato – per precise responsabilità dell’amministrazione Biondi, il progetto del parco urbano di Piazza d’Armi non è stato realizzato e, nel frattempo, per mettere una pezza al disastro che Biondi e la sua Giunta hanno combinato per la ricostruzione di Palazzo Margherita, le risorse garantire dagli italiani in Australia sono state dirottate alla riparazione della Torre civica, in drammatico ritardo sul cronoprogramma più volte annunciato“.

Il progetto del parco di Piazza d’Armi, già finanziato con 22 milioni di euro, non fu realizzato perché, come hanno ricostruito gli esponenti del Pd, “nel 2017, con l’amministrazione Biondi già in carica, l’impresa RIALTO Spa, aggiudicataria dell’appalto integrato, rimise un progetto che superava, e di molto, l’importo economico del progetto definitivo posto a base di gara. Già allora, l’amministrazione avrebbe dovuto rescindere il contratto e affidare i lavori all’impresa seconda classificata. Lo abbiamo detto in ogni modo, inascoltati. Sta di fatto che si sono persi 5 anni, per arrivare alla rescissione del contratto soltanto nel 2022“.

Un’inspiegabile inerzia che – stando alle parole dei democratici – avrebbe compromesso uno dei progetti più significativi di riqualificazione urbana della città.

Da qui, il dirottamento dei fondi alla torre civica di palazzo Margherita, tornato sede del Comune dell’Aquila a dicembre 2023 dopo anni di ritardi e, sempre secondo i dem, di disinteresse di Biondi nel reperire i fondi per la torre civica “che pure avrebbe reperito facilmente dal Cipe come finanziamento di ricostruzione pubblica. Resosi finalmente conto dei ritardi accumulati, e smanioso di mettere anche qui una pezza in piena campagna elettorale per le comunali del 2022, il sindaco ha ben pensato di stralciare la Torre civica dai lavori di ricostruzione del palazzo, dando vita anche alla vergognosa finta inaugurazione a poche settimane dal voto“.

In relazione al progetto, d’intesa tra Comune, Fondazione Carispaq e comitati australiani, infine, il Pd aquilano sottolinea che “entro maggio 2024 si sarebbe dovuti arrivare a revisione del progetto già esistente di recupero della Torre: ad oggi, non è dato sapere se ciò sia avvenuto ed a chi è stata affidata la revisione. Entro il mese di giugno 2024 si sarebbe dovuto poi procedere con l’affidamento dei lavori. Al contrario, ancora oggi viene comunicato che serviranno altri 60 giorni, almeno.

“D’altra parte, anche il ricorso al contributo della fondazione Carispaq ci lascia più di un dubbio – proseguono -. Il ricorso alle fondazioni, si deduce dal codice, è consentito quando queste vogliano intervenire, con fondi propri, al recupero di un patrimonio culturale vincolato. In questo caso, la donazione dei comitati australiani è stata fatta al Comune dell’Aquila che, come detto, l’ha inserita in un programma di intervento a procedura interamente pubblica; in altre parole, è il Comune che si fa carico della progettazione esecutiva dell’intervento. Sicuri che la fondazione possa intervenire?“.

“Che è andato a fare Biondi in Australia? Avrebbe fatto meglio a stare a Palazzo Margherita dove, in verità, lo si vede pochissimo, per provare a risolvere i disastri combinati dalla sua amministrazione. Certo, è difficile rinunciare ad una vacanza invernale al caldo dell’Australia pagata dalle aquilane e dagli aquilani. Speriamo che, di ritorno, possa spendere almeno una parola sul tentativo del suo Governo di strappare all’Aquila anche la Corte dei Conti” conclude il Pd aquilano.

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