L’incendio è divampato ieri pomeriggio, intorno alle 14. I dipendenti della piattaforma sono stati ascoltati dalla Capitaneria di porto, al momento non sono stati rilevati danni agli impianti né sversamenti in mare
VASTO – Le attività sulla piattaforma petrolifera Rospo Mare, situata al largo della costa molisana e visibile dal porto di Vasto, sono state sospese in seguito a un incendio scoppiato ieri pomeriggio intorno alle 14 su una delle due strutture presenti nell’area. Le autorità confermano che, almeno fino a questo momento, non sono stati rilevati danni agli impianti né sversamenti di sostanze inquinanti in mare.
La Capitaneria di Porto di Termoli, guidata dal comandante Giuseppe Panico, ha avviato un’indagine per determinare le cause dell’incidente. Questa mattina i dipendenti della piattaforma sono stati ascoltati dagli ufficiali come parte delle verifiche in corso. Dai primi accertamenti è emerso che il ciclo produttivo legato all’estrazione di idrocarburi non sarebbe stato il punto di origine delle fiamme.
L’incendio, che ha interessato la piattaforma B, è stato contenuto rapidamente grazie alle misure di sicurezza adottate dai lavoratori e all’intervento immediato della Guardia Costiera. Le procedure operative previste per emergenze di questo tipo hanno impedito al fuoco di propagarsi all’intero impianto, limitando i danni. Gli ambienti sono stati successivamente messi in sicurezza per garantire l’assenza di ulteriori rischi.
“C’è un piano operativo che è stato rispettato e ha permesso di contenere subito le fiamme. Non risultano danni né problemi in mare”, ha dichiarato il comandante Panico.
Intanto il Forum H2O, esprimendo preoccupazione per le possibili conseguenze ambientali dell’incidente, ha evidenziato l’urgenza di garantire trasparenza e comunicazioni chiare, ricordando le controversie emerse in occasione di un episodio analogo verificatosi nel 2013. Il Forum H2O ha definito l’incidente del 2013 un precedente preoccupante, segnato da evidenti prove di una perdita di petrolio in mare, a cui seguirono tentativi di minimizzazione e smentite ufficiali.
L’organizzazione, dunque, invita le autorità competenti a evitare che episodi del genere si ripetano, chiedendo aggiornamenti tempestivi e trasparenti: “In ogni caso quanto avvenuto è l’ennesima conferma dei rischi connessi allo sfruttamento degli idrocarburi, che in un mare chiuso come l’Adriatico potrebbero comportare danni immensi, a parte le drammatiche conseguenze sul clima dell’uso delle fossili. In questo senso è deprimente che il Governo Meloni solo due mesi fa abbia allentato proprio le norme sulle perforazioni in mare”.