Eutanasie di massa nel canile ASL di Pescara, la Lega per la difesa del cane promette nuovi dettagli stasera

20 Gennaio 2025
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In attesa del processo per il 23 gennaio, stasera Lndc di Pescara ricostruirà l’accaduto e in una diretta social alle 20.30

PESCARA – Giovedì 23 gennaio prenderà il via il processo a carico dei due veterinari della Asl di Pescara coinvolti nell’indagine relativa alle eutanasie di massa di centinaia di cuccioli al canile sanitario del capoluogo adriatico. Lo ricorda la sezione Lndc (Lega nazionale per la difesa del cane) di Pescara, dalla cui denuncia era scaturita l’inchiesta. Questa sera, gli ambientalisti nel corso di una diretta sui social, ricostruiranno l’accaduto e racconteranno quanto emerso fino ad ora, svelando nuovi dettagli.

«Le indagini sono durate circa due anni e, in questo tempo, i Carabinieri Forestali hanno potuto accertare una lunga serie di reati a carico in particolare di uno di questi due veterinari – sottolinea in una nota la Lndc Animal Protection –. Il tutto è partito dal caso di un lupo cecoslovacco di proprietà di un cittadino che i veterinari avevano deciso di uccidere senza aver prima accertato se fosse davvero pericoloso o meno». Il lupo è stato salvato dalla Sezione Lndc di Pescara, «ma le indagini dei Carabinieri hanno permesso di evidenziare che il veterinario accusato avrebbe effettuato decine di altre eutanasie senza alcun motivo medico o comportamentale che giustificasse tali decisioni». Con l’avvicinarsi dell’udienza preliminare, Lndc Animal Protection ha deciso di «raccontare a tutti i suoi sostenitori quello che succedeva nel canile sanitario della provincia di Pescara fino al momento in cui è stato posto sotto sequestro dai Carabinieri all’avvio delle indagini». Proprio per questo stasera, alle ore 20.30, ci sarà una diretta streaming che sarà moderata dalla giornalista Francesca Ricci e vedrà la partecipazione di Paola Canonico, presidente Sezione Lndc Pescara, Michele Pezone, responsabile Diritti animali Lndc Animal Protection, e Rosario Fico, responsabile del Centro di Referenza nazionale per la Medicina Forense Veterinaria.

«Tutti sapevamo da sempre che le cose nel canile sanitario Asl non andavano come dovevano andare – afferma la presidente nazionale dell’associazione, Piera Rosati, di origini abruzzesi –. Purtroppo è sempre stato impossibile avere le prove per sporgere denunce ben circostanziate fino a questo momento. Ora chiediamo solo che venga fatta giustizia per tutti gli animali che hanno perso la vita per mano di chi percepisce un lauto stipendio pubblico per difenderli e curarli».

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