Gran Sasso d’Italia, riposizionato il Bivacco Desiati (ex Lubrano)

8 Novembre 2024
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Grazie a un’operazione logistica coordinata dall’Agenzia regionale di Protezione Civile dell’Abruzzo, il Bivacco Desiati è stato riposizionato nella sua sede originaria tra Monte Prena e Monte Camicia

CALASCIO – L’ex Bivacco Lubrano è stato riposizionato sul suo promontorio originario, situato tra il Monte Prena e il Monte Camicia, a quota 1815 metri sul livello del mare. L’operazione logistica è stata coordinata dall’Agenzia regionale di Protezione Civile dell’Abruzzo, in collaborazione con l’Esercito Italiano e numerose istituzioni, enti locali e associazioni, tra cui l’associazione “I Corridori del Cielo”, promotrice dell’iniziativa.

La nuova struttura, intitolata alla memoria di Piergiorgio Desiati, tecnico del Soccorso Alpino e Speleologico della Stazione dell’Aquila, è stata progettata per resistere alle condizioni ambientali più avverse. Realizzata in metallo coibentato, la struttura è stata trasportata da un elicottero Chinook CH-47F del 1° Reggimento Aviazione dell’Esercito “Antares” e ancorata su una piattaforma in cemento armato già predisposta sul posto, per garantirne la stabilità in ogni condizione meteorologica.

“Questa complessa operazione dimostra ancora una volta che fare ‘Sistema’ fra i tanti soggetti, pubblici e privati, significa portare a casa risultati concreti e utili a tutti,” ha commentato Mauro Casinghini, direttore dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile. “Da oggi sul Gran Sasso esiste di nuovo un punto di riferimento per i frequentatori di queste meravigliose montagne in caso di necessità. Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile tutto ciò.”

L’idea di ricollocare il bivacco è nata dall’esigenza di fornire un punto di riparo sicuro nella zona orientale del Gran Sasso, che fino ad oggi era priva di rifugi di emergenza. Questa mancanza è stata particolarmente sentita dagli alpinisti e dagli appassionati di montagna, dopo che l’incendio del settembre 2021 ha distrutto il rifugio Fonte Vetica, lasciando scoperta un’ampia area.

Negli anni, il progetto ha incontrato diversi ostacoli tecnici, logistici e ambientali, risolti grazie all’impegno di tutte le parti coinvolte, compresa l’amministrazione comunale di Calascio, proprietaria del territorio.

In tema di tutela ambientale, il progetto ha privilegiato il riutilizzo del vecchio basamento e delle strutture in cemento già presenti, riducendo al minimo l’impatto sull’ambiente circostante. Tutti i materiali utilizzati sono stati selezionati per garantire durabilità nel tempo e resistenza alle condizioni atmosferiche estreme della zona.

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