A Teramo, la segretaria provinciale della FLC CGIL, Alessandra Palombaro, ha guidato un presidio davanti alla Prefettura
TERAMO – La FLC CGIL ha portato avanti oggi uno sciopero generale che ha coinvolto tutto il personale del comparto “Istruzione e Ricerca”—scuola, università, ricerca e AFAM (Alta Formazione Artistica e Musicale). La protesta nasce dalla recente bozza di legge di bilancio, giudicata dalla FLC CGIL come un duro colpo per il settore della conoscenza. Tra le criticità evidenziate figurano la carenza di fondi per il rinnovo contrattuale del triennio 2022-2024, un drastico taglio del turnover del 25% nella pubblica amministrazione e significative riduzioni di organico per docenti e personale scolastico.
A Teramo, la segretaria provinciale della FLC CGIL, Alessandra Palombaro, ha guidato un presidio davanti alla Prefettura. Durante la manifestazione, Palombaro ha espresso la preoccupazione della categoria per un’inflazione che ha superato il 18% negli ultimi tre anni, mentre i fondi stanziati dal governo per il rinnovo contrattuale ne coprono appena una minima parte, lasciando il personale con un potere d’acquisto sempre più ridotto. La sindacalista ha poi posto l’accento sul tema del precariato, particolarmente grave tra i docenti di sostegno: in Abruzzo, infatti, i supplenti superano le 5.000 unità, con percentuali di precariato che sfiorano il 60% in questo settore così delicato.
La carenza di personale rappresenta un’altra emergenza che rischia di peggiorare la situazione nelle scuole abruzzesi e, in particolare, in quelle della provincia di Teramo, dove gli istituti scolastici faticano a trovare collaboratori e personale amministrativo. La CGIL lamenta anche i tagli previsti a livello nazionale per gli organici, che andranno ad aggravare il già precario equilibrio nelle scuole locali.
Non solo scuole, però: Palombaro ha anche ribadito la necessità di recuperare i fondi destinati alle università per scongiurare problemi di sostenibilità finanziaria, una preoccupazione espressa di recente dagli stessi Rettori degli atenei di Marche, Abruzzo e Umbria. Infine, il presidio ha denunciato i piani di razionalizzazione scolastica, che solo in Abruzzo prevedono la chiusura di 13 istituti nel prossimo biennio, una prospettiva che rischia di impoverire ulteriormente l’offerta formativa sul territorio.
Per Palombaro, la mobilitazione non è solo una difesa del settore ma una presa di posizione fondamentale per il futuro del Paese. “Sottrarre risorse all’istruzione e alla ricerca significa comprometterne lo sviluppo e la crescita,” ha dichiarato, ribadendo l’appello a difendere il diritto all’istruzione e a garantire una scuola pubblica di qualità, accessibile a tutti.