Vasto: detenuto aggredisce agente e infermiere, Sappe: occorrono riforme strutturali

25 Ottobre 2024
1 minuto di lettura
La Casa circondariale di Vasto

Il segretario generale Donato Capece propone le vecchie strutture dell’Asinara e di Pianosa per contenere i detenuti autori di gravi eventi critici nel corso della loro permanenza in carcere

VASTO – “Nella mattinata, un internato, dopo avere minacciato un infermiere ed avere rotto una sedia, ha indirizzato i suoi strali anche nei confronti di un poliziotto penitenziario, intervenuto per calmare gli animi e proditoriamente poi colpito con un violento pugno”. Lo ha denunciato Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo della Polizia penitenziaria (Sappe) riferendosi all’aggressione avvenuta stamane nella Casa lavoro di Vasto. Il segretario ha augurato una pronta guarigione al poliziotto ferito nella speranza che si trovino soluzioni efficaci per superare le difficoltà delle carceri.
Il segretario generale del Sappe “stigmatizza la situazione – sollecitando – un intervento delle autorità competenti perché la situazione nelle carceri sta diventando insostenibile. È inaccettabile che non ci siano iniziative per arginare l’ondata di violenza e sprezzo delle regole che sta travolgendo la società prima e le carceri italiane e che ogni giorno miete vittime tra le fila della Polizia penitenziaria – ha aggiunto – Non è possibile che una persona che sceglie, per mestiere, di difendere lo Stato, ogni giorno debba essere esposta a minacce, ingiurie e violenza di ogni genere. Servono risposte ferme da parte del Dap anche destinando carceri dismesse come l’Asinara e Pianosa per contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione”. Questa la proposta di Capece.

“Quel che è accaduto a Vasto testimonia una volta di più le quotidiane difficoltà operative con cui si confrontano quotidianamente le unità di Polizia penitenziaria in servizio – ha continuato il sindacalista – La tensione in atto nelle carceri regionali e la strafottenza e l’arroganza di una parte di popolazione detenuta violenta che, anche in carcere, continua a delinquere, ad alterare l’ordine e la sicurezza, evidentemente certa dell’impunità! – ha concluso il leader del sindacato di Polizia penitenziaria più rappresentativo in Italia – È fondamentale dare corso a riforme davvero strutturali nel sistema penitenziario e dell’esecuzione della pena nazionale”.

Altro da

Non perdere