Per il parlamentare abruzzese la scelta della presidenza dell’Anci Abruzzo a Pierluigi Biondi, sindaco dell’Aquila, è una forzatura una prevaricazione che rivela debolezza
PESCARA – “A chi serve l’Anci che arranca? L’Anci è nata per volontà di don Luigi Sturzo, per rappresentare le libertà territoriali rispetto alla controparte dello Stato accentratore”. Sono gli interrogativi esposti dal parlamentare abruzzese Luciano D’Alfonso a commento della nomina del nuovo presidente dell’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci) Abruzzo, avvenuta ieri a Città sant’Angelo.
L’assemblea Anci Abruzzo ha designato ai vertici dell’associazione regionale Pierluigi Biondi, sindaco dell’Aquila, primo esponente del centrodestra in 30anni di storia dell’associazione. Biondi segue nell’incarico Gianguido D’Alberto, sindaco di Teramo e a contendersi la poltrona ieri c’era anche il presidente della Provincia di Chieti, Francesco Menna, sindaco di Vasto, sostenuto dal centrosinistra.
“L’Associazione dei Comuni funziona se mette insieme l’intero delle autonomie. Autonomia è la parola d’ordine. Altrimenti l’Anci che si faccia parte produrrà al massimo arredamento, slide e catering – ha aggiunto D’Alfonso – L’Anci non è un ministero da occupare o un consiglio di amministrazione sul quale mettere la propria bandierina. È una delle espressioni democratiche meglio riuscite, poiché eleva la voce dei territori fino alle sommità dello Stato”.
“La scelta dei suoi vertici esige sempre condivisione, al pari dell’elezione del presidente della Repubblica, questa perché sceglie il garante della Costituzione, quella perché individua chi deve dare rappresentanza alle voci che esprimono i bisogni dei Comuni che sono il luogo naturale della vita democratica – ha sottolineato il parlamentare originario di Manoppello – Il centrodestra abruzzese si è reso protagonista di uno strappo istituzionale che non gli fa onore e che sembra assimilare l’Associazione dei Comuni a uno dei tanti posti di potere da conquistare. La forzatura messa in atto ieri è una prevaricazione che rivela debolezza: ne avremo dimostrazione quando Biondi sarà messo alla prova dalle scelte dannose per i Comuni abruzzesi prese dal governo dominato dal suo stesso partito. Sarà in grado di rappresentare le legittime istanze dei sindaci abruzzesi o si comporterà come Marsilio, che davanti ai diktat di Roma sbatte i tacchi e china il capo? – ha concluso – L’Anci è voce di libertà per rappresentare le istanze dei cittadini nelle comunità cui appartengono, non è e non può essere un trofeo da strappare ed esibire”.