I sindacati alla manifestazione di Roma parlano di decine e decine di migliaia di lavoratori a rischio e del ‘fallimento di una strategia che nell’ultimo Trentennio ha visto uniti i 2 poli della politica che hanno lasciato fare alle imprese’
ROMA – “Oggi ho partecipato alla grande manifestazione nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori del settore auto a Roma”. Lo ha detto Maurizio Acerbo, segretario del Partito di Rifondazione comunista, riferendosi allo sciopero geenrale indetto dai sindacati per i lavoratori del settore automotive, settore fortemente in crisi che mette a rischio migliaia di famiglie anche in Abruzzo.
“Molto nutrita la presenza di metalmeccanici abruzzesi vista la situazione assai preoccupante per un comparto così importante per la nostra regione – ha aggiunto – Mi sarei aspettato di vedere con il gonfalone il presidente della Regione Marsilio in mezzo ai lavoratori abruzzesi. Sul palco ho visto solo il presidente del Molise. Stiamo andando verso un disastro, ma pare che la Regione e la politica abruzzese dormano sonni profondi. Come ha notato il nostro compagno Angelo Orlando nell’audizione parlamentare di Tavares nessuno ha posto una domanda sul destino della Sevel e della produzione del Ducato”.
Massiccia la partecipazione allo sciopero, i sindacalisti hanno sottolineato, più volte, che la crisi dell’automotive non è conseguenza della transizione ecologica “ma è frutto delle strategie di Stellantisi da un lato sta sostanzialmente smantellando l’auto in Italia , pensiamo al settore del Ducato e al tempo tempo stesos distribuisce 6 miliardi di utili ai propri azionisti”, ha chiarito Acerbo.
Una crisi, ribadisce il segretario che “Non è causata, come racconta il governo, dalla transizione ecologica, ma dalle scelte di un gruppo che sta penalizzando da tempo l’Italia in assenza di un ruolo forte della politica. Non ci si può lamentare della Francia se da quelle parti lo Stato non elargisce regali ma pesa dentro la governance e impone garanzie occupazionali e programmi di sviluppo – ha concluso – Sarei curioso di sapere oggi con gli operai abruzzesi quanti erano gli assessori, i consiglieri regionali e i parlamentari presenti. In momenti come questi la politica dovrebbe stringersi intorno alle organizzazioni sindacali per difendere il nostro territorio da una crisi che avrebbe conseguenze sociali devastanti che andrebbero ben oltre l’automotive. Oggi a Roma doveva esserci Marsilio”.