Campo di sorgo devastato in poche ore dal passagio di decine e decine di branchi di cinghiali. In Val Pescara, ma in particolar modo a Manoppello Scalo, gli agricoltori vivono una vera e propria ‘emergenza cinghiali’.
MANOPPELLO – In tutto 25 ettari di campo coltivato distrutto e l’80 per cento del raccolto perso. Se si considera che il sorgo non è appetibile per gli ungulati, destinato infatti all’alimentazione di bovini da latte, si può immaginare i danni che i cinghiali hanno causato nei campi di mais dove gli agricoltori abruzzesi hanno raccolto quasi niente.
“Non è rimasto nulla, stiamo cercando di raccogliere il poco che c’è con la mietitrebbia e dobbiamo evitare tutto il coltivato devastato dai cinghiali perchè potrebbe portare delle malattie”. Lo ha dichiarato Marco Finocchio, presidente de L’Abruzzo in agris, associazione che raccoglie oltre 210 aziende agricole abruzzesi. “Non se ne può più. Lavoriamo per dare da mangiare alla fauna selvatica e chi le sfama le persone – ha aggiunto -. Ringraziamo tutti quelli che difendono e proteggono gli ungulati affinché i cinghiali possano continuare a fare danni sui nostri terreni – ha continuato l’imprenditore agricolo -. Li ringraziamo con il cuore vorremmo che magari venissero qui a rendersi conto dei danni e dei seri problemi che abbiamo. Quelli che difendono questi animali sono gli stessi che vogliono mangiare genuino e prodotti di qualità – ha rimarcato il presidente di L’Abruzzo in agris -. Purtroppo certi gruppi di potere che parlano di ambiente, ma non sanno di che si tratta, faranno perdere alla nostra regione il suo più grande valore: la tipicità di prodotti unici, rari e irripetibili. – ha concluso -. Saremo costretti a chiudere perché fare l’agricoltore non conviene, buttiamo soldi sulla terra e la coltivazione dei terreni per poi non raccogliere nulla.. tutto a terra, è tutto a terra!”.