Di Giosia: «Grazie alla lungimiranza della Regione, stiamo facendo passi concreti verso la realizzazione di un’area destinata interamente ai bisogni dei pazienti fragili»
TERAMO – È stato presentato oggi pomeriggio l’importante progetto che punta al recupero dell’area di Casalena, zona strategica per la città di Teramo non solo in termini di edilizia sanitaria, ma anche dal punto di vista urbanistico. Grazie al sostegno della Regione e ai fondi del PNRR, la zona ospiterà nuove strutture sanitarie essenziali, riqualificando una parte del territorio a lungo abbandonata.
La Regione ha inserito Casalena nel programma di investimenti INAIL per iniziative urgenti di utilità sociale nel campo della sanità. Questo ha permesso di dare concretezza a un’idea che la ASL di Teramo coltivava da anni: la realizzazione della “Cittadella delle Fragilità”. Il progetto, concepito nel 2019, mira a creare un centro dedicato alla cura delle persone più vulnerabili, con un approccio multidisciplinare che coinvolge operatori sanitari e famiglie. Uno dei pilastri sarà la costruzione di una Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) di 7.000 metri quadrati con 150 posti letto.
Tuttavia, nonostante il valore strategico del progetto, una proposta simile presentata nel 2021 al Comune di Teramo è rimasta in sospeso. La proposta includeva la demolizione degli “scheletri” edilizi incompiuti, risalenti agli anni ’70, nati come ampliamento dell’ex ospedale psichiatrico di Sant’Antonio Abate. Dopo la chiusura dell’ospedale psichiatrico maschile di Casalena, l’area è stata parzialmente riutilizzata per ospitare vari servizi sanitari, ma molti edifici sono rimasti allo stato grezzo, contribuendo al degrado dell’area.
Ora, grazie al PNRR, è possibile intervenire con un investimento di oltre 8 milioni di euro per la costruzione di un Ospedale di Comunità e una Casa di Comunità. Queste strutture, che verranno ultimate entro il 2026, occuperanno più di 2.000 metri quadrati e rappresenteranno un punto di riferimento per la cura della cronicità e dei pazienti più fragili.
“Quando abbiamo ideato questo progetto nel 2020, sembrava una visione ambiziosa,” ha spiegato la direzione strategica della ASL. “Oggi, grazie alla lungimiranza della Regione, stiamo facendo passi concreti verso la realizzazione di un’area destinata interamente ai bisogni dei pazienti fragili.” Il progetto non è ancora completo. Un ulteriore investimento di 10 milioni di euro è necessario per recuperare tre padiglioni storici e demolire alcune strutture residue nell’area. Una parte di questi fondi potrebbe essere reperita attraverso la cessione di terreni agricoli della ASL al Comune, in cambio della trasformazione di alcune aree in edificabili. Questo permetterebbe anche di realizzare una REMS (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza) e spazi logistici.
La speranza ora è che, dopo anni di attesa, il Comune dia il suo sostegno al progetto, permettendo alla “Cittadella delle Fragilità” di diventare una realtà. Il piano non solo risponderebbe alle esigenze sanitarie della comunità, ma contribuirebbe a ridare vita a un’area urbana di grande potenziale.