Le parole del presidente della Regione in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2024
CHIETI – In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2024 e del 90esimo anniversario della scoperta della famosa statua in pietra del Guerriero di Capestrano, il presidente della Regione, Marco Marsilio, ha partecipato a un evento tenutosi a Chieti presso i Musei archeologici nazionali. L’incontro, intitolato “Il Guerriero di Capestrano fra Italici, Etruschi e l’Europa: percorsi, contesti e modelli a confronto”, ha offerto l’occasione per celebrare il patrimonio culturale abruzzese. Marsilio ha sottolineato l’importanza della figura del professor Adriano La Regina, noto archeologo ed etruscologo: “Ci tenevo oggi ad essere presente a Chieti anche perché devo molto al professor Adriano La Regina che ci onora della sua presenza, e che ha avuto un peso importante riguardo alla mia formazione culturale”.
Marsilio ha poi richiamato l’attenzione sul fatto che quest’anno la Regione Abruzzo ha scelto di inserire nello stemma regionale una versione stilizzata del Guerriero di Capestrano, rappresentata dallo scudo sannitico e creata dal maestro Mimmo Paladino: “Ringrazio la Sovrintendenza per il notevole lavoro effettuato del quale si è giovato l’intero Consiglio regionale che, all’unanimità, è arrivato ad individuare un’icona fortemente rappresentativa della storia e della tradizione dei popoli che hanno abitato la terra d’Abruzzo sin dall’antichità dando così anche un segnale di unità di tutta la nostra regione”.
Durante il suo intervento, ha voluto affrontare anche una recente polemica: alcune voci, riportate dai media locali, mettono in dubbio l’autenticità del Guerriero di Capestrano, ipotizzando che il Ministero nasconda prove a sostegno della veridicità dell’opera. Il presidente della Regione ha definito tali affermazioni “molto curiose”. Successivamente ha continuato ironizzando: “Dubito che qualcuno nel ‘34 potesse aver realizzato un monumento, una statua di quelle dimensioni, di quello stile, di quell’altezza, l’abbia sepolta a Capestrano chissà perché e poi l’abbia tirata fuori inscenando la sceneggiata di un falso ritrovamento. Ovviamente, non sono un archeologo ma penso che la caratura scientifica, accademica e professionale di chi ha curato e continua tuttora a curare tutti gli aspetti legati ai ritrovamenti archeologici ci possa fornire ampie garanzie sull’autenticità di quest’opera”.