Un combattimento all’ultimo sangue potrebbe essere stata la causa della morte dell’orso trovato senza vita l’8 giugno da alcuni escursionisti nell’aquilano.
L’AQUILA – Un combattimento all’ultimo sangue per il territorio e per amore. Questa l’ipotesi più accreditata dagli esperti dopo l’esame necroscopico sull’orso trovato morto 3 mesi fa nell’aquilano d’alta quota, da un gruppo di escursionisti. “La Rx total body, svolta preliminarmente presso la facoltà di medicina veterinaria dell’Università di Teramo, ha consentito di escludere la morte per arma da fuoco, così come gli specifici esami tossicologici condotti dall’Izs hanno consentito di escludere la morte per avvelenamento”. Così hanno riferito oggi i vertici del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise per l’esemplare di orso adulto, di circa 10 anni, trovato morto l’8 giugno in località Chiarano, nel Pnalm, sul territorio di Scanno. Esclusa l’ipotesi che l’animale sia finito nel mirino di un cacciatore, è sicuramente possibile che il plantigrado abbia perso la sfida con un altro maschio della specie per l’accoppiamento. “Il referto conclusivo dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo conferma che l’orso presentava numerose lesioni da trauma, riscontrate principalmente sulle regioni della testa e del collo, compatibili con aggressione da conspecifici – hanno aggiunto dai vertici del Pnalm – La presenza di almeno un altro esemplare, maschio, è stata confermata anche dal rinvenimento, nell’area circostante quella in cui era stato trovato l’orso, di numerosi ciuffi di pelo, che l’esame del Dna ha attribuito a due esemplari diversi, entrambi maschi – ha continuato il Parco nazionale d’Abruzzo che, pur confermando la presenza di un altro maschio adulto della stessa specie nella zona non ha fatto alcun riferimento ad indizi che indichino la presenza, nella stessa area, di una femmina di Orso bruno marsicano contesa dai 2 animali. La specie è a rischio estinzione e si contano a malapena una cinquantina di esemplari sulla catena degli Appennini abruzzesi e molisani. “Si è evidenziata inoltre una peritonite associata a setticemia che ha contribuito alla causa del decesso – ha concluso l’Ente parco – La morte dell’orso, in piena stagione degli amori, va quindi attribuita ad una competizione intraspecifica, analoga ad altri episodi registrati in passato nel Parco, che ha visto soccombere uno dei due orsi adulti, debilitato dall’infezione”.