“Salviamo Campo Imperatore”: è questo il grido della petizione che, lanciata su change.org, ha raggiunto il Presidente Mattarella
L’AQUILA – “Salviamo Campo Imperatore”: è questo il grido che dalla popolare piattaforma online per petizioni change.org è giunto fino all’attenzione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
L’appello, mirato a promuovere la salvaguardia del bellissimo e celebre altopiano situato nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, è stato firmato da numerosi esponenti del mondo scientifico, artistico e culturale, compresa la scrittrice abruzzese vincitrice del Premio Strega 2024, Donatella Di Pietrantonio. Al centro della richiesta, la necessità di limitare e ridurre la frequenza e l’entità dei motoraduni che tipicamente affollano la piana d’estate, causando forte inquinamento e stress per gli animali al pascolo.
Noto anche come “piccolo Tibet”, per via della sua caratteristica e inusuale piana a circa 2000 metri di altitudine, Campo Imperatore è un gioiello naturale, nonché parte integrante della storia e dell’industria cinematografica italiana e mondiale.
Dalla prigionia di Benito Mussolini nel 1943 presso l’Hotel Campo Imperatore, prima che i nazisti lo liberassero con l’Operazione Quercia, sul finire della Seconda Guerra Mondiale, ai numerosi film western musicati da Sergio Leone, per non parlare dell’antica pratica del Tratturo, la piana di Campo Imperatore è indubbiamente patrimonio di tutti. Oltre ai cosiddetti “spaghetti western”, Campo Imperatore ha fatto da sfondo, tra gli altri, a Milarepa, capolavoro della neorealista Liliana Cavani, e Ladyhawke di Richard Donner con Michelle Pfiffer. Lo scorso ottobre, invece, è stato scelto come set per la saga fantasy americana Pendragon, diretta da Jeremy Boering di Dailywire, finanziata da Ben Shapiro e prodotta dallo stesso Boering con Augusto Pelliccia e Davide Cincis.
Dall’arte allo sport e alla scienza, Campo Imperatore è anche sede dell’omonima stazione sciistica, dell’osservatorio astronomico e del giardino botanico alpino, ed è protetto dalla Direttiva europea “habitat” 92/43/Cee, nonché incluso nella Rete Natura 2000 in quanto Zona Di Protezione Speciale per l’avifauna.
Si legge nelle motivazioni della petizione su change.org: “Come gruppo di persone legate per storia personale o professionale a questi luoghi, siamo profondamente preoccupati della piega che da diversi anni ha preso la fruizione turistica”.
E continua l’appello: “A dispetto dei suoi delicati equilibri naturali, questo luogo unico è teatro di manifestazioni di ogni genere, spesso rumorose e inquinanti, incompatibili con le finalità (anche educative) di un’area protetta, oltre che in violazione di un cospicuo numero di norme di legge. Questo genere di utilizzo ‘mordi e fuggi’ del territorio non reca, peraltro, benefici all’economia locale, l’argomento spesso sbandierato dai paladini della ‘valorizzazione delle aree interne’, ma ne banalizza e depaupera il valore ambientale e culturale”.
Nella petizione si allude, inoltre, ad una “assenza di controlli e sanzioni – denuncia la nota, ipotizzando che – probabilmente sia frutto di una impropria forma di tolleranza da parte delle autorità competenti sia dell’assenza di una specifica regolamentazione in attuazione delle suddette norme”.