In migliaia da tutto il mondo per il via alla 730^ Perdonanza Celestiniana, con l’accensione del braciere e il mega concerto
L’AQUILA – In migliaia sono accorsi ieri sera da tutto il mondo a L’Aquila, per l’inaugurazione della 730^ Perdonanza Celestiniana. Sul palco del Teatro del Perdono, alla tradizionale accensione del braciere con il Fuoco del Morrone, è seguito “Un canto per la rinascita, tra cielo e terra”, kermesse di emozionanti esibizioni, tra cui Renato Zero, The Kolors, Malika Ayane, Colapesce e Dimartino, Tiromancino, e il tenore Gianluca Terranova, accompagnati dall’Orchestra Sinfonica del Conservatorio “A. Casella” dell’Aquila.
Scortata in corteo dalla Fontana Luminosa a Collemaggio, la fiamma del Fuoco del Morrone è stata accompagnata al braciere, dai tedofori Emma Placidi e Matteo Di Nino, due ragazzi aquilani nati proprio nel 2009, anno in cui L’Aquila è stata devastata dal terremoto, il 6 aprile alle ore 3e32. Insieme a loro anche il presidente dell’Associazione Comitato Festa Perdonanza Celestiniana ICH, Floro Panti, portavoce delle Perdonanze locali. Ad accendere il braciere, il primo cittadino del capoluogo, Pierluigi Biondi, sostenuto dall’arcivescovo metropolita dell’Aquila, monsignor Antonio D’Angelo. Hanno preso parte alla cerimonia, tra gli altri, il governatore della Regione Abruzzo Marco Marsilio, delegazioni della Provincia e del Comune dell’Aquila, e la Curia Arcivescovile.
“Diamo inizio alla 730^ Perdonanza, al celestiniano viaggio con Dio, al pellegrinaggio verso il Grande Giubileo del 2025, in nome di una rinnovata fraternità universale, di cui il mondo ha urgente bisogno – ha esordito il sindaco Biondi – Papa Francesco ha scelto come motto del prossimo Giubileo di Roma ‘Peregrinantes in Spem’, Pellegrini di Speranza, perché il pellegrinaggio è un andare finalizzato, che supera il quotidiano per connettersi con il sacro. Questo particolare cammino ha l’obiettivo di recuperare la speranza, che è una delle tre virtù cardinali del cristianesimo. Nell’attuale scenario di divari economici, di tensioni sociali e di violenza, dove i teatri di guerra sembrano non avere soluzione, è difficile alimentare la speranza. Per questo, Papa Francesco vede nel pellegrinaggio, nella forza della preghiera, nella potenza del perdono e nella bellezza della riconciliazione, le azioni per rivivificare la speranza e, quindi, rendere possibile la pace”.
E ha aggiunto: “Il tempo che stiamo vivendo dovrebbe essere l’alba di un nuovo mondo che per ora appare pieno di contraddizioni che trovano nell’uso/abuso dell’intelligenza artificiale il terminale di molte delle nostre paure. Il tempo che stiamo vivendo amplifica i drammi in cui l’umanità sembra perduta, in un processo di laicizzazione delle emozioni, dove i sentimenti vengono interpretati come possesso, penso alla piaga dei femminicidi, dove il potere politico ed economico è prevaricazione verso un popolo sovrano, dove l’ostilità storica, politica e religiosa comprende solo il linguaggio della morte e della devastazione. Penso all’attacco del 7 ottobre 2023 di Hamas a Israele con conseguenze tragiche per i popoli”.
Biondi ha poi citato il cardinale Matteo Maria Zuppi, che invita ad attivare “l’intelligenza dell’amore. Quell’intelligenza che ha portato Celestino V a fare un passo indietro nel rendersi conto che il soglio pontificio implicava attitudini e dinamiche di potere lontane dal suo sentire”.
Nelle parole del primo cittadino non poteva mancare una riflessione su L’Aquila Capitale italiana della Cultura 2026. “Proprio la cultura, forza tranquilla e vitale, per noi è stata edificatrice di speranza. La cultura che accomuna e riduce le distanze tra le persone”.
Prima di dare il via ai festeggiamenti della Perdonanza, Biondi ha anche ricordato il compianto Antonio Centi, ex sindaco dell’Aquila, scomparso recentemente, e Lewin Weituschat, il giovane studente Erasmus ritrovato senza vita sul Gran Sasso, dopo settimane di ricerca.
Sull’accensione del braciere del Fuoco del Morrone e il significato della Perdonanza Celestiniana, l’arcivescovo metropolita dell’Aquila, mons. Antonio D’Angelo, ha dichiarato: “Siamo prossimi all’inizio del Giubileo del 2025 e la Chiesa ci ha invitato a riflettere proprio sul tema della preghiera per prepararci bene alla celebrazione dell’anno giubilare, così da attingere alla grazia della Misericordia la luce necessaria per una vita nuova. Quindi anche noi siamo chiamati a riscoprire o scoprire il valore della preghiera. È necessario ripensare a questa dimensione della vita che non è un optional ma un elemento costitutivo dell’uomo perché possa trovare quella Luce che gli permette di vivere bene la propria esistenza. Chi prega trova in se stesso sicurezza anche di fronte alla fatiche e alle ostilità della vita”.
“La preghiera permette all’uomo di trovare un orientamento e di dare un senso a ciò che fa – ha proseguito mons. D’Angelo – aprendogli un orizzonte di speranza. Questo fuoco richiami in ciascuno di noi il messaggio che ci ha lasciato in eredità San Celestino V. La luce dell’amore di Dio sia la vera bussola della nostra esistenza, per compiere il viaggio della vita seminando e costruendo il bene, come ci ha testimoniato Papa Celestino V, che noi oggi devotamente veneriamo”.