Circa 8mila capi di bestiame e migliaia di persone per la 64^ Rassegna degli Ovini. Premiato il pastore Damiani, fischiate le istituzioni
CAMPO IMPERATORE – Il sole ha brillato tutto il giorno quest’anno sui circa 8mila capi di bestiame e le migliaia di persone che tra ieri e oggi si sono ritrovati a Fonte Macina, a Campo Imperatore, per la 64^ Rassegna degli Ovini, riconosciuta Fiera nazionale dal 2010 e organizzata dalla Camera di Commercio Gran Sasso d’Italia. L’evento ha visto la partecipazione di numerosi espositori di prodotti tipici locali e ha ospitato il concorso dei formaggi pecorini e caprini. Nel clima festoso, non sono mancate tuttavia le proteste degli allevatori contro l’inclusione degli usi civici nei piani Parco, deliberata dalla Regione Abruzzo.
A inaugurare la rassegna sono stati la presidente della Camera di Commercio Gran Sasso d’Italia, Antonella Ballone, e il presidente nazionale di Unioncamere, Andrea Prete. Presente anche la Regione Abruzzo con il presidente Marco Marsilio e l’assessore regionale all’Agricoltura Emanuele Imprudente.
A ribadire lo stato drammatico in cui versano da anni il mondo agropastorale, il comparto dell’allevamento e quello dell’agricoltura, hanno provveduto i numerosi esponenti dei settori presenti. I rappresentanti delle istituzioni sono stati accolti infatti da fischi e campanacci, al grido di “Vergogna!”.
Per l’occasione è stato conferito dal Gal Gran Sasso Velino il Premio nazionale della pastorizia, in memoria di Giulio Petronio, Gregorio Rotolo, Giovanni Cialone e Pierluigi Imperiale, figure storiche della tradizione agropastorale abruzzese. Il pastore premiato per il 2024 è Ruggero Damiani, di Barisciano, per aver portato avanti negli anni la sua attività, nonostante tutte le insidie che attanagliano il settore da vent’anni ad oggi.
“All’allevatore più longevo, che ha saputo mantenere viva la tradizione secolare agropastorale abruzzese, capace di tramandare ai propri discendenti saperi, cultura del lavoro e attaccamento ai luoghi di origine”, si legge nella motivazione del riconoscimento conferito a Damiani. “Premiare un allevatore di esperienza suscita in me particolare emozione, perché significa premiare chi ha mantenuto la plurisecolare tradizione della pastorizia in Abruzzo”, dichiara il presidente del Gal Paolo Federico.
Nonostante l’accoglienza poco calorosa, non sono mancate parole di encomio per la manifestazione sono giunte anche dai rappresentanti della politica locale presenti. “La Rassegna Ovini di Campo Imperatore è una testimonianza vivente del nostro patrimonio culturale e un faro per il futuro della nostra regione – dice Imprudente – Continueremo a sostenere e promuovere eventi come questo, che rafforzano l’identità abruzzese e contribuiscono al benessere della nostra comunità e saremo sempre al fianco degli operatori del settore per affrontare insieme le problematiche legate al loro lavoro”.
A margine della Rassegna degli Ovini, anche il Cospa Abruzzo esprime il suo dissenso, e annuncia che nei prossimi giorni “si terrà un incontro tra gli allevatori del Cospa e il sottosegretario Luigi D’Eramo, Carla Mannetti, Pierpaolo Pietrucci, altre forze politiche, i presidenti dei Parchi e alcuni dirigenti regionali”, come si legge nella nota del Cospa.
“Oggi alla 64^ Rassegna Ovini a Campo Imperatore, mentre le associazioni agricole Confagricoltura e Coldiretti sponsorizzavano con magliette e cappellini la mostra ovina, come se loro fossero dei pastori, i pastori veri hanno accolto le istituzioni a suon di campanacci – scrive il Cospa – Nonostante ricorsi e denunce a mezzo stampa, la classe politica e le associazioni di categoria abruzzesi sono state da sempre latitanti rispetto alle richieste degli allevatori. Eppure sponsorizzano le mostre delle pecore e gli arrosticini. Qualcosa non quadra, visto che il Comune di Gioia dei Marsi chiede agli allevatori le valutazioni di incidenza per gli animali al pascolo”.
E aggiungono gli allevatori: “Questi attacchi gratuiti e subdoli al mondo zootecnico da parte delle istituzioni comunali e regionali hanno fatto saltare i nervi agli allevatori”.