Solo grazie ad una lunga intermediazione durata per diverse ore, gli agenti della Polizia Penitenziaria sono riusciti a placare la protesta
PESCARA – Nel pomeriggio di lunedì 29 luglio, i detenuti del carcere di San Donato hanno messo in atto una protesta rifiutandosi di rientrare nelle loro celle e rimanendo per alcune ore nell’area di passaggio. La situazione è stata gestita con una lunga trattativa da parte della polizia penitenziaria, che è riuscita infine a far rientrare i detenuti nelle loro celle.
Secondo l’agenzia LaPresse, tra le ragioni della protesta emerge il problema del sovraffollamento, una questione da anni denunciata dai sindacati e dagli addetti ai lavori. La situazione è ulteriormente aggravata dalla massiccia presenza di persone con patologie psichiatriche e tossicodipendenti, creando difficoltà non solo per la gestione del carcere, ma anche per gli altri detenuti.
L’ultima denuncia in merito è arrivata il 17 luglio scorso dal segretario provinciale del Sinappe (Sindacato nazionale autonomo polizia penitenziaria), Giuseppe Di Domizio, che ha descritto il carcere come una “polveriera”. Di Domizio ha sottolineato che il sovraffollamento conta oltre 400 detenuti in più rispetto alla capacità massima della struttura, con eventi critici ormai all’ordine del giorno.
A febbraio, durante un sit-in organizzato sotto la prefettura, i sindacati hanno riportato che tra il 1° gennaio 2023 e il 9 febbraio 2024, si sono verificati ben 352 eventi critici nel carcere di San Donato. Questi includono colluttazioni, atti di autolesionismo, tentati suicidi, droga e armi trovate, oltre alle aggressioni al personale. L’istituto penitenziario, che dispone di soli 7 posti per detenuti psichiatrici, ne ospita attualmente 28, insieme a 134 tossicodipendenti e 52 persone con doppia diagnosi.