La RU486, la “pillola abortiva”, sarà di nuovo erogata al San Salvatore dell’Aquila da fine agosto, in risposta al sit-in di Fuori Genere
L’AQUILA – Il servizio di interruzione volontaria di gravidanza (IVG) con il metodo farmacologico attraverso il medicinale RU486, la cosiddetta “pillola abortiva”, sarà ripristinato all’Ospedale San Salvatore dell’Aquila da fine agosto. Lo ha riferito ad Abruzzo Speciale una delle attiviste di Fuori Genere, l’associazione transfemminista aquilana che questa mattina ha condotto un sit-in di fronte al Cup del presidio ospedaliero del capoluogo, proprio affinché l’IVG farmacologica torni ad essere accessibile il prima possibile anche alle pazienti dell’Aquila.
L’erogazione della RU486 al San Salvatore, introdotta a L’Aquila a marzo 2023, è attualmente sospesa da gennaio 2024. La pesante decisione è stata presa del primario del reparto di Ginecologia del polo aquilano Leonardo Di Stefano per carenza di personale medico, come raccontato il mese scorso in esclusiva ad Abruzzo Speciale dallo stesso Di Stefano. Il mese scorso il primario ha dichiarato ai nostri microfoni: “L’induzione farmacologica dell’aborto è un diritto, quando ci sono le condizioni per fornirlo. Abbiamo il diritto di avere il personale dedicato, eppure non ce lo abbiamo. Dobbiamo pensare al benessere delle pazienti prima di tutto”.
“Ad aprile 2023 nella città dell’Aquila era stato attivato un ambulatorio che, nel più totale rispetto della privacy delle pazienti e grazie alla presenza di ginecologi non obiettori, garantiva il servizio di aborto farmacologico. Negli ultimi mesi quell’ambulatorio è stato chiuso, il servizio è stato sospeso e le donne che vivono nel capoluogo e ne hanno necessità devono recarsi ad Avezzano – denunciano in una nota le manifestanti – Il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza è sancito dalla legge 194 del 1978 nonché da normative sovranazionali ed europee. Mediante i progressi scientifici, è possibile se si è nelle prime 9 settimane richiedere la procedura medica che prevede l’accesso e la somministrazione della pillola RU486 che consente l’aborto in maniera sicura e senza ospedalizzazione per intervento chirurgico e anestesia”.
E aggiungono: “Riteniamo che, soprattutto in questo momento storico in cui alcuni orientamenti politici e religiosi tendono già a criminalizzare l’aborto e a mettere sotto attacco la Legge 194, questo diritto vada difeso a ogni costo, e che qualsiasi restrizione dell’accesso al servizio vada a ledere i diritti fondamentali all’autodeterminazione e alla dignità della donna. Per questo crediamo fermamente che sia compito delle Istituzioni lavorare per la riapertura dell’ambulatorio il prima possibile, senza che ci si appelli a questioni attinenti carenza di personale, regolamenti di dubbia legittimità e, non da ultimo, rari esempi di effetti collaterali dove le statistiche ministeriali mostrano il 97% dei casi seguiti dall’inizio alla fine del percorso senza complicazioni”.
Proprio ad Abruzzo Speciale, il primario di Ginecologia del San Salvatore aveva rivelato, nel corso della stessa intervista rilasciata a giugno scorso: “Mi sono trovato nelle condizioni di dover sospendere l’erogazione della RU486 per il verificarsi di episodi inammissibili – sottolineando – Sono quarant’anni che faccio il ginecologo qui a L’Aquila, ovviamente non sono contrario a questo servizio, ma non posso espletarlo in queste condizioni”.
Qualche ora dopo l’esclusiva fornita da Abruzzo Speciale, nel tardo pomeriggio viene resa nota anche la conferma data stamani dalla Asl 1 alle attiviste di Fuori Genere. “Il servizio per praticare l’interruzione volontaria farmacologica della gravidanza sarà riattivato tra la fine di agosto e i primi di settembre prossimi”, previa riorganizzazione del personale dell’unità operativa di Ostetricia e Ginecologia. Hanno dichiarato la dottoressa Anna Lepore, dalla direzione sanitaria, e il dottor Gabriele Iagnemma, sostituto del direttore facente funzioni del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale dell’Aquila.