Madre e figlio accusati di caporalato: sfruttavano due lavoratori senza permesso di soggiorno

5 Luglio 2024
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Le misure degli arresti domiciliari per l’uomo e del divieto di dimora per la donna, sono state eseguite dai carabinieri dell’ispettorato del lavoro di Teramo

TERAMO – Due misure cautelari nei confronti di due soggetti, madre e figlio, rispettivamente titolare e coordinatore di un’azienda agricola operante nel teramano, con l’accusa di caporalato. Le misure degli arresti domiciliari per l’uomo e del divieto di dimora per la donna, sono state eseguite dai carabinieri dell’ispettorato del lavoro di Teramo, con l’ausilio in fase esecutiva dell’Arma territoriale di Teramo.

Gravi indizi di colpevolezza sono emersi in ordine all’ipotesi di reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, con violazione dei contratti nazionali e delle norme sulla sicurezza del lavoro. I due indagati avevano reclutato due cittadini stranieri, privi del permesso di soggiorno, attraverso i social, offrendo loro lavoro e alloggio e concordando la somma di 500 euro mensili. I lavoratori erano quindi costretti ad alloggiare all’interno di una roulotte, priva di acqua, luce e servizi igienici, posizionata vicino alla stalla in cui dovevano lavorare.

I lavoratori venivano impiegati di giorno come braccianti agricoli e durante la notte come guardiani della stalla, costantemente minacciati di essere rimpatriati. Nelle campagne di proprietà poi sono stati rinvenuti 2060 euro nascosti all’interno di un barattolo di vetro tra la vegetazione, appartenente a uno dei lavoratori sfruttati, che stava mettendo da parte il denaro per fuggire dall’azienda. Il denaro è stato quindi riconsegnato al legittimo proprietario che attualmente si trova in una struttura protetta. Sono state inoltre sequestrati 5 piante di marijuana dell’altezza di circa 40 cm, oltre a 50 grammi dello stesso stupefacente confezionato in più dosi.

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