Omicidio del 17enne pescarese, emergono ulteriori dettagli: il giovane colpito da 25 coltellate

24 Giugno 2024
2 minuti di lettura

I presunti assassini del giovane di 17 anni sono figli di un Comandante dei Carabinieri e di un avvocato

PESCARA – Si iniziano a diradare le nubi attorno al tragico episodio accaduto nella serata di ieri, domenica 23 giugno, riguardante la morte di un 17enne di Pescara nel parco “Robert Baden Powell” in via Raffaello. Secondo una prima ricostruzione, Thomas Christopher Luciani – questo il nome della vittima -avrebbe avuto un diverbio per questioni di droga con i suoi assassini.

I due giovani fermati a Pescara sono uno figlio di un Comandante dei Carabinieri di un comune del pescarese, l’altro figlio di un avvocato di Pescara. Le indagini, avviate subito dopo il ritrovamento del corpo del ragazzo, sono state condotte da personale altamente specializzato della Squadra Mobile pescarese, dalla squadra Volanti e dalla Polizia Scientifica. Per tutta la notte, in Questura sono state ascoltate persone potenzialmente informate sui fatti e testimoni. Fondamentali anche le immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza presenti nella zona antistante il parco e in prossimità di uno stabilimento balneare dove tutti i componenti del gruppo sono andati dopo il crimine.

La vittima, stando alle prime informazioni, sarebbe stata raggiunta da circa 25 coltellate. I due avrebbero continuato a colpirlo anche quando il giovane era già esanime a terra. All’origine dei fatti, un debito di droga di poche centinaia di euro: forse 200 o 250. Non è chiaro, al momento, se i due minorenni siano entrati in azione con l’intento di uccidere o se si sia trattato di una lite finita male.

A lanciare l’allarme sull’omicidio del 17enne Thomas Luciani, alcune ore dopo i fatti, secondo quanto appreso, è stato uno dei giovani che facevano parte del gruppo insieme ai due indagati, dopo aver compreso la gravità dell’accaduto. A quel punto, il rinvenimento del cadavere e l’avvio delle indagini, che in poche ore hanno consentito di individuare i presunti responsabili. Determinante, nel lavoro certosino condotto dagli investigatori della squadra Mobile della Questura di Pescara, diretti dal vice capo Mauro Sablone, oltre alla testimonianza, anche la visione delle immagini delle telecamere di sorveglianza presenti al parco e allo stabilimento balneare.

Una vicenda delicata che sottolinea il momento complesso che la generazione adolescenziale sta vivendo.

Comportamenti gravi, quasi quotidiani come il fenomeno pericoloso delle baby gang che mettono in ostaggio intere città rendendo invivibili i luoghi di ritrovo. Rammaricato e dispiaciuto per l’accaduto, anche il Sindaco di Pescara, Carlo Masci che, con una nota diramata a mezzo stampa ha dichiarato: “Quella che si è consumata ieri a Pescara è una tragedia. L’omicidio di un giovanissimo, che sarebbe avvenuto per mano di altri ragazzi, lascia sgomenti e senza parole, qualunque sia il movente e lo scenario in cui è maturato il fatto di sangue. Al di là delle motivazioni, che non conosciamo, non si può morire quando si ha una vita intera davanti, così come è assurdo che ci si macchi di un delitto così grave. Queste sono ore preziose, per chi indaga, e qualsiasi ricostruzione sarebbe frettolosa e parziale per cui è bene lasciar lavorare gli inquirenti. Una prima “risposta” c’è già stata,  immediata e puntuale, su questo assassinio: non avevo dubbi che ciò accadesse e ringrazio coloro che sono impegnati da ieri sera a ricostruire tutto per chiudere il cerchio. Purtroppo sono state immediate e puntuali anche le polemiche politiche di chi è esperto non di sicurezza ma di sciacallaggio e ha nuovamente dimostrato di non saper tacere neppure di fronte alla morte di un ragazzino. Tutti ci dobbiamo interrogare sui limiti e le mancanze della nostra società nei rapporti con i più giovani: le istituzioni, il mondo della scuola, le famiglie devono tutelare e sostenere sempre i ragazzi, prevenendo o frenando qualsiasi devianza o deriva, e quando avvengono episodi di questa gravità è chiaro che bisogna porsi delle domande. Il mio abbraccio va alla famiglia e agli amici della vittima e il mio pensiero va anche alle famiglie di chi è coinvolto nell’omicidio, travolte da un fatto così grave”. Le indagini proseguono per fare del tutto chiarezza sull’accaduto. 

Altro da

Non perdere