“Approcci innovativi a supporto delle produzioni agrarie in un contesto climatico in evoluzione”: questo il tema del 26° Convegno nazionale di Agrometeorologia, previsto dal 5 al 7 giugno a L’Aquila
L’AQUILA – “Approcci innovativi a supporto delle produzioni agrarie in un contesto climatico in evoluzione”: questo il tema del Convegno nazionale di Agrometeorologia, la tre giorni di dibattiti e riflessioni organizzata ogni anno dall’Associazione italiana di AgroMeteorologia (Aiam), giunta ormai alla sua 26^ edizione.
Per la prima volta nella storia dell’evento sarà l’Abruzzo ad ospitare la manifestazione, prevista tra il 5 e il 7 giugno a L’Aquila, presso il Centro congressi dell’Università dell’Aquila “Luigi Zordan”, in Piazza San Basilio. La scelta logistica è dovuta anche alla collaborazione tra Aiam e Univaq, nell’ambito di “Clima e Territorio”, il cartellone di iniziative dedicate dall’Univaq allo diffusione della consapevolezza del territorio e dell’adattamento ai cambiamenti climatici, unitamente alla promozione dello sviluppo sostenibile.
Il simposio si aprirà mercoledì 5 giugno alle ore 13 con i saluti istituzionali del sindaco del capoluogo abruzzese Pierluigi Biondi, dell’assessore regionale all’Agricoltura Emanuele Imprudente, del rettore dell’Univaq Edoardo Alesse e della presidente Aiam Francesca Ventura. A seguire, esperti di caratura internazionale discuteranno con i partecipanti su come far fronte alle avversità biotiche e abiotiche in agricoltura, affrontando anche il delicatissimo problema della gestione delle risorse idriche in materia di irrigazione, unitamente all’analisi di modelli di supporto per la “twin transition”. I lavori si concluderanno venerdì 7 giugno pomeriggio, con una escursione urbana aperta a tutta la cittadinanza, a cura del Cai dell’Aquila.
“L’agricoltura è uno dei settori produttivi che maggiormente stanno risentendo dei recenti cambiamenti climatici in atto su scala globale – si legge in una nota diffusa dall’Univaq – L’intero comparto sta mettendo in discussione pratiche ormai assimilate anche in decenni o secoli di applicazione. Per attuare le necessarie azioni di adattamento, è fondamentale non solo una caratterizzazione dettagliata delle condizioni climatiche locali, ma anche una conoscenza approfondita delle tecniche potenzialmente utilizzabili per ovviare alle problematiche causate dal cambio degli abituali cicli termici e pluviometrici”.