Dopo i mesi di silenzio che hanno seguito il riconoscimento di stato di calamità per il comparto vitivinicolo abruzzese da parte del ministro Lollobrigida, arriva la lettera aperta indirizzata, tra gli altri, a Giorgia Meloni
ORTONA – È di gennaio scorso il decreto firmato dal ministro Francesco Lollobrigida per il riconoscimento dello stato di calamità per l’agricoltura abruzzese, un comparto messo in ginocchio dagli eventi climatici della scorsa primavera. L’ufficializzazione dell’emergenza da parte dello Stato era stata proposta dal riconfermato assessore regionale all’Agricoltura Emanuele Imprudente. Alla deliberazione, tuttavia, non hanno fatto seguito gli aiuti concreti. Lo denunciano all’unisono i rappresentanti della viticoltura d’Abruzzo, in una lettera aperta indirizzata al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al ministro Lollobrigida, al presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, all’assessore Imprudente e all’Associazione bancaria italiana (Abi).
La missiva, firmata da Consorzio di tutela vini d’Abruzzo, Assoenologi, Cia Abruzzo, Città del Vino, Coldiretti, Confagricoltura, Confcooperative, Copagri, Daq Vino d’Abruzzo, Fivi Abruzzo, Gva, Legacoop Abruzzo, Liberi Agricoltori Abruzzo e Movimento turismo del vino, è solo l’inizio della mobilitazione. Il comparto vitivinicolo, infatti, “in assenza di risposte entro il 31 maggio, annuncia significative manifestazioni per i prossimi giorni”, si legge nella nota.
“A distanza di quattro mesi dal decreto sullo stato di calamità per la viticoltura abruzzese, nel 2023 colpita dalla peronospora che ha ridotto la produzione di uva in Abruzzo di circa il 70%, più del doppio rispetto alla media nazionale, fino ad annientarla in vaste aree, non c’è stata alcuna erogazione di risorse”, recita la missiva.
Secondo Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio di tutela vini d’Abruzzo, “è bene far presente, che per la sopravvivenza di migliaia di aziende viticole abruzzesi non è fondamentale solo lo stanziamento delle risorse ma anche la certezza dei tempi di erogazione”.
“Nulla è stato fatto in merito all’attivazione delle provvidenze previste per le quali vi sono solo indicazioni generiche e non esaustive da parte del sistema bancario che, di fatto, pongono le aziende interessate nella condizione di non poter accedere agli indennizzi attesi, con gravissime conseguenze in merito alle relative esposizioni debitorie che, in assenza di un intervento immediato, rischiano di passare entro poche settimane in situazioni di ‘esposizioni creditizie deteriorate’”, continua la lettera.
E sottolinea il vuoto del Governo di fronte ad altri enti: “Mentre l’Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, e l’Inps, hanno attivato specifici sportelli per la presentazione delle istanze relative ai contributi in conto capitale e per le agevolazioni previdenziali, nulla è stato fatto per l’attivazione dei prestiti, ma soprattutto, per la moratoria dei mutui in essere, cioè la loro sospensione”.
I viticoltori abruzzesi vogliono dallo Stato risposte chiare, seguite da azioni. Nel documento si chiede, dunque, di “conoscere i tempi di elargizione da parte di Agea dei contributi in conto capitale, indispensabili per fornire un adeguato sostegno alle imprese, conoscere le modalità ed i tempi di attivazione di prestiti e sospensione mutui, indispensabili per evitare che le aziende rischino di passare in situazioni di ‘esposizioni creditizie deteriorate’, conoscere le modalità ed i tempi di attuazione dei provvedimenti adottati dalla Regione Abruzzo, ossia i tempi di elargizione dei micro-prestiti da parte della Fira Abruzzo relativi al bando 2023 (2,5 milioni di euro), le modalità di utilizzo e i tempi per l’elargizione delle risorse rese disponibili per l’anno 2024 (2,5 milioni di euro), modalità e tempi di elargizione delle risorse previste dalla legge di stabilità regionale del 2024 (5,2 + ulteriori 7,5 milioni di euro)”.