Il consigliere regionale dem Mariani richiede di portare la questione in Commissione Salute
L’AQUILA – 122 milioni di euro è il debito complessivo totalizzato dalle quattro Asl abruzzesi, rivelato dai Conti Economici in allegato ai bilanci di esercizio al 31 dicembre 2023. Una vera e propria voragine nella sanità della Regione Abruzzo, i cui disservizi sono da anni una croce per tutti gli abruzzesi.
Il primo a denunciare il “disastro della sanità abruzzese” è stato il consigliere regionale Pd Sandro Mariani, presidente della Commissione di Vigilanza al Palazzo dell’Emiciclo. Mariani ha già richiesto l’audizione del governatore Marco Marsilio e dell’assessore regionale alla Salute Nicoletta Verì. “Se le perdite saranno confermate nell’audizione nel corso della quinta Commissione Sanità dal presidente Marco Marsilio e dal riconfermato assessore alla Salute Nicoletta Verì – tuona Mariani – esigeremo le dimissioni di quest’ultima, dopo cinque anni di malgoverno che rischiano di far ripiombare l’Abruzzo nel commissariamento”.
Nello specifico, la Asl 01 Avezzano – Sulmona – L’Aquila, come confermato dalla delibera n. 1014 del 30 aprile 2024, ha registrato una perdita d’esercizio per -46.115.868 euro; la Asl 02 Lanciano – Vasto – Chieti, come da delibera n. 667 del 30 aprile 2024, ha riportato -41.951.118 euro; la Asl 03 Pescara, con delibera n. 769 del 3 maggio 2024, ha registrato -26.663.882 euro; infine la Asl 04 Teramo, con delibera n. 925 del 30 aprile 2024, riporta -7.749.990,93 euro. Cifre da capogiro, ancor più se in negativo.
Secondo Mariani si tratta di “numeri importanti e che suscitano grandi perplessità considerato che in caso di disavanzo la Regione dovrà programmare adeguate misure a copertura dello stesso, che avrebbero sicura rilevanza sul bilancio 2024 della Regione Abruzzo e immediate ripercussioni sui già precari servizi offerti ai cittadini”.
Oltre ai disservizi della sanità abruzzese, il “disastro Asl” potrebbe aprire le porte al commissariamento regionale. “Dopo cinque anni di ‘malagestione’ della sanità abruzzese a firma della riconfermata Nicoletta Verì non vorremmo che i nodi stiano venendo purtroppo al pettine e che l’Abruzzo rischi un nuovo commissariamento della sua sanità, che gli abruzzesi pagherebbero sulla loro pelle. È ora che Marsilio e i suoi, smaltita la ‘sbornia’ dei festeggiamenti per la loro riconferma, inizino seriamente a lavorare per ridare dignità e futuro alla sanità abruzzese, per troppi anni ostaggio dei personalismi di pochi”, chiosa Mariani.
Da quanto appreso, il consigliere regionale dem ha già scritto al consigliere regionale Paolo Gatti (FdI), presidente della V Commissione Salute, Sicurezza sociale, Cultura, Formazione e Lavoro, chiedendo di inserire all’ordine del giorno della prima seduta utile l’audizione di Marsilio e Verì.
Si legge nella missiva inviata da Mariani: “Considerato che il decreto legislativo del 23 giugno 2011 n. 118 recante ‘Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi’, a norma degli articoli 1 e 2 della legge del 5 maggio 2009, n. 42 prevede all’art. 31 che entro il 30 aprile i direttori generali delle Asl abruzzesi, nonché il responsabile della gestione sanitaria accentrata della Regione, provvedano ad approvare gli schemi di bilancio consuntivo riferiti all’anno precedente, al fine della successiva approvazione del bilancio consolidato della gestione sanitaria della Regione, e che l’eventuale disavanzo registrato obblighi la Regione ad adottare idonee misure di copertura; considerato che le aziende sanitarie abruzzesi hanno registrato perdite di esercizio per complessivi 122.480.858,93 euro, vogliamo sapere dall’assessore Verì quali azioni la Regione intenda intraprendere al fine di procedere all’approvazione del bilancio consolidato della gestione sanitaria della Regione Abruzzo”.
E conclude con un avvertimento: “Qualora le risposte dell’assessore alla Salute non dovessero convincerci, siamo pronti a chiedere le sue immediate dimissioni dopo cinque anni a dir poco ‘balbettanti’ nella gestione della sanità regionale”.