Due tra le maggiori autrici della letteratura italiana contemporanea saranno a Teramo tra a aprile e maggio per sviluppare tematiche attraverso uno sguardo femminile
TERAMO – “Teramo sul Contemporaneo” è il progetto portato avanti da Fidapa BPW di Teramo e la Biblioteca Melchiorre Delfico che vedrà, tra aprile e maggio, due tra le maggiori protagoniste della letteratura italiana contemporanea, che hanno saputo con i loro libri raccontare l’umanità e la disumanità che caratterizza la nostra società, portando a una presa di coscienza e al tempo stesso di speranza verso il prossimo. Un doppio appuntamento primaverile che porta a Teramo due grandi scrittrici a dialogare con la comunità su importanti tematiche che proprio attraverso lo sguardo femminile assumono un significato ulteriore.
Si parte con Donatella Di Pietrantonio il 13 aprile, in occasione della giornata mondiale del libro e del diritto d’autore; a seguire Maria Grazia Calandrone il 25 maggio. Entrambi gli appuntamenti saranno alle ore 18:00, a ingresso libero fino a esaurimento posti. Dialogheranno con le autrici Chiara Materazzo, storica dell’arte, docente e giornalista culturale, Dimitri Bosi, Responsabile della Biblioteca Melchiorre Delfico Di Teramo, Matteo Fantuzzi, poeta, giornalista e autore.
Originaria di Arsita, Donatella Di Pietrantonio ha saputo negli anni conquistare sempre maggiori spazi a tutti i livelli, grazie al successo anche televisivo de L’arminuta, ma sono moltissimi i premi conseguiti in questi anni, dal John Fante per l’Opera Prima, ai premi Tropea, Brancati, Campiello, Basilicata, fino al David di Donatello per la sceneggiatura ottenuto insieme a Monica Zappelli. A fare da protagonista fin dall’esordio con “Mia madre è un fiume” è la terra Natale e la regione raccontata in ogni sfaccettatura senza dimenticare la tragedia del terremoto del 2009. Amicizia, umanità, brutalità e destino si succedono nel racconto letterario dell’autrice con una scrittura piena e mai banale fino al più recente “L’età fragile”.
Allo stesso approdo si può accostare la scrittura di Maria Grazia Calandrone che all’attività di narratrice unisce una importante produzione poetica che la colloca tra le più rappresentative voci italiane. La vicenda letteraria si unisce anche in questo caso con l’habitat e assume un particolare ruolo nel racconto delle vicende private, tra tutte il suicidio dei genitori originari del molisano e raccontato a più riprese soprattutto nei romanzi, tra cui il recente Dove non mi hai portata”, finalista all’ultima edizione del premio Strega. Sarebbe però riduttivo presentare l’operato letterario dell’autrice senza soffermarsi sullo sguardo particolare posto nei confronti degli ultimi e delle vicende della storia contemporanea. Le storie degli altri tanto care all’autrice torneranno anche nel nuovo “Magnifico e tremendo stava l’amore” in uscita per l’editore Einaudi.