I sindacati hanno organizzato questa mattina una sit in davanti al carcere di Teramo: «Vogliamo essere ascoltati»
TERAMO – Sovraffollamento dei detenuti, sotto organico dei dipendenti di polizia penitenziaria, aggressioni, suicidi. I sindacati gridano alla grave situazione che affligge il carcere di Castrogno, in un ennesimo disperato tentativo di essere ascoltati dalle istituzioni. Questa mattina infatti hanno tenuto un sit in di protesta davanti alla struttura, stanchi di tutte «quelle passerelle politiche» che poi si disinteressano alla realtà. «Nel corso degli ultimi mesi abbiamo più volte denunciato la deriva e le defezioni di una gestione direttiva e penitenziaria inaccettabile, la quale ha condotto a una recrudescenza di problematiche, sia dal punto di vista lavorativo, nonché sociale e morale, che di fatto colpiscono e interessano chiunque eserciti delle mansioni o ricopra un pubblico ufficio nel difficile contesto restrittivo del carcere teramano», dichiarano i sindacati. «Allo stato attuale ogni confronto non ha prodotto miglioramenti dal punto di vista organizzativo, lavorativo e, non meno importante, sul piano dell’ordine e della sicurezza interna dell’Istituto, bensì la situazione si è ancor più esasperata e si è giunti a operare in una condizione lavorativa precaria, rischiosa e lesiva della dignità del personale».
I sindacati rimarcano la grande presenza di detenuti con patologie psichiatriche, la carenza cronica del 35% dell’organico, il notevole abbassamento dei livelli minimi di sicurezza, la pianificazione e organizzazione dei servizi giornalieri. La presenza di più di 400 detenuti, in sovrannumero del 150%, ha condotto a un esponenziale aumento degli eventi critici e a una crescente difficoltà di governo del fenomeno. «Senza far mai evidente alla Direzione della svolta peggiorativa relativa alle condizioni di lavoro causata dall’imposizione di ferie forzate e dall’aumento del carico di lavoro per il personale presente, l’Ufficio Servizi ha fatto ricorso eccessivo alle ore di straordinario del personale, specie quello a turno, lavorando ogni giorno in via emergenziale per ovviare ai problemi da esso stesso creati. Si è, inoltre, reso autore di gravi ritardi nella programmazione mensile delle turnazioni di servizio e di errori madornali come segnare nel servizio giornaliero chi era in malattia da giorni o chi aveva già effettuato il turno di notte». Un nuovo grido di allarme che i sindacati non fermeranno, come hanno annunciato: «Andremo avanti fino a quando non verremo ascoltati, sempre pacificamente, ma sempre per chiedere condizioni dignitose per queste struttura. Siamo stanchi delle sole passerelle politiche da campagna elettorale».