Il deputato di Azione: «I consiglieri regionali firmatari avevano evidentemente bisogno di una legge spot in campagna elettorale e sono andati avanti lo stesso. Passato il voto, è arrivata ora la retromarcia».
ROSETO DEGLI ABRUZZI – È senza fine la vicenda della Riserva del Borsacchio. Dopo il ministero della Cultura anche il Consiglio dei ministri ha impugnato il provvedimento contenente l’emendamento che ha ridotto l’estensione della Riserva da 1.100 ettari a 24,7 ettari. «Era veramente necessario attendere la minaccia di ricorrere alla Corte Costituzionale per far sì che il Governatore Marsilio, mal consigliato dai propri Consiglieri regionali a pochi mesi dal voto, prendesse in mano la situazione e ristabilisse il corretto processo democratico?», ha commentato Giulio Sottanelli, deputato abruzzese di Azione.
Sottanelli aveva già segnalato con un’interrogazione ai ministri dell’Ambiente e degli Affari regionali, l’illegittimità costituzionale della norma che interveniva sulla Riserva, per violazione dell’art. 117 della Carta, «ricordando proprio come la Consulta avesse già altre volte dichiarato costituzionalmente illegittime norme introdotte da leggi regionali che prevedevano la modifica della perimetrazione di parchi e riserve regionali senza il coinvolgimento degli enti locali», continua Sottanelli. «Bastava attenersi a questo, ma a quanto pare i Consiglieri regionali firmatari avevano evidentemente bisogno di una legge spot in campagna elettorale e sono andati avanti lo stesso. Passato il voto, è arrivata ora la retromarcia».
«Ciò che conta di più adesso», conclude Sottanelli, «è tornare a parlare del futuro di questa Riserva ed approvare il PAN, per donare da un lato alla comunità della Provincia di Teramo un luogo attrattivo per il turismo sostenibile e lo sport all’aria aperta, dall’altro agli agricoltori un brand riconoscibile sulla loro produzione agricola su cui poter sviluppare i propri piani di sviluppo economici e metterli in condizione di poter attingere a finanziamenti destinati alle aree protette».