L’esempio di Cocullo nell’ambito del progetto P.I.C.C.O.L.I.: “Fondi per nidi, ma non ci sono bimbi, così restituiamo i soldi”
ROCCA SAN GIOVANNI – Un importante appuntamento si è svolto oggi all’hotel Villa Medici di Rocca San Giovanni: un confronto tra i Comuni del Progetto P.I.C.C.O.L.I. per parlare della condivisione delle azioni realizzate e degli obiettivi raggiunti.
Il progetto P.I.C.C.O.L.I., Piani di Intervento per le Competenze, la Capacità Organizzativa e l’Innovazione Locale, è promosso dal Dipartimento della Funzione pubblica nel Programma operativo complementare al PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020, attuato da Anci.
In particolare, nel corso dell’incontro si è discusso di strategie e strumenti per il rafforzamento della capacità amministrativa, con le buone esperienze realizzate e quelle in corso. Ricca la scaletta degli interventi, hanno infatti preso la parola il sindaco di Rocca San Giovanni, Fabio Caravaggio, con Lara Panfili, project manager del Progetto, Pierciro Galeone, direttore Ifel, e Francesco Minchillo, task manager del Progetto, in chiusura Sauro Angeletti, direttore dell’Ufficio per l’innovazione amministrativa, la formazione e lo sviluppo delle competenze del Dipartimento funzione pubblica. Hanno preso parte all’incontro anche i sindaci diversi paesi abruzzesi.
Nel pomeriggio si è svolta una sessione plenaria su “Quale futuro per i piccoli Comuni” con il segretario generale Anci, Veronica Nicotra, e Lino Gentile, sindaco di Castel del Giudice (Isernia) e delegato Anci per le Aree interne; Davide Ferrari, amministratore della community social “Se Sei Sindaco”, poi spazio al dibattito tra sindaci, dirigenti e funzionari Anci e con Anci Regionali, rappresentate da Andrea Bernardo, presidente Anci Basilicata, Gianguido D’Alberto, presidente Anci Abruzzo, Pompilio Sciulli, presidente Anci Molise e Michele Sperti vice presidente vicario Anci Puglia. Conclusioni Le conclusioni sono state affidate al presidente di Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro.
Tra i punti messi in luce nel corso della giornata spicca quello evidenziato da Fabio Di Ianni, responsabile dell’ufficio finanziario del Comune di Cocullo, riguardante “un paradosso di cui sono vittime alcuni piccoli Comuni, come quello di Cocullo: riceviamo dal 2022, e ne avremo fino al 2027, fondi per asili nido. Ebbene, il comune di Cocullo non ha potuto utilizzarli perché non abbiamo bambini da 0 a 36 mesi. Ci arrivano soldi che dobbiamo mandare indietro. Questo a proposito dello spopolamento. E questo accade a tanti altri paesi. Altro fondo è quello per i segretari comunali. Anche qui dobbiamo restituire i soldi”.
Francesco Crivelli, sindaco di Sant’Eufemia a Maiella (Pescara), nel suo intervento a conclusione della sessione mattutina di un confronto incentrato sulla nascitura Unione dei Comuni e delle città della Maiella ha sottolineato: “Ci siamo avviati all’unione dei comuni per due ragioni: per bisogno, perché le attuali risorse non ci consentono più di stare in piedi, e per paura, paura di scomparire. Ma quando le scelte vengono fatte sul questi presupposti significa che si è sull’orlo della disperazione. Siamo costretti ad associarci. Stiamo dicendo che, di fatto, lo Stato ha fallito nel tutelare l’istituzione più antica d’Italia, i Comuni. Quindi oggi questo percorso che vogliamo fare in maniera entusiasta, propositiva, va a riparare un fallimento. Non lo dico in tono polemico, ma in pieno spirito costruttivo”. Lo ha affermato Francesco Crivelli, sindaco di Sant’Eufemia a Maiella (Pescara), 255 abitanti, nel suo intervento a conclusione della sessione mattutina di un confronto incentrato sulla nascitura Unione dei Comuni e delle città della Maiella.
Il progetto dell’Unione dei Comuni della Maiella, iniziato nel 2020, interesserà 9 paesi della provincia di Pescara (Abbateggio, Caramanico Terme, Roccamorice, Lettomanoppello, Turrivalignani, Salle, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Sant’Eufemia a Maiella e Serramonacesca) ed è finalizzato al miglioramento della qualità dei servizi offerti, per combattere lo spopolamento.
“Il mio vuole essere un richiamo alle istituzioni di livello regionale e nazionale – ha proseguito Crivelli – che non possono continuare con atteggiamento da spettatori, quasi di un film horror, come quello avuto negli ultimi vent’anni, con la mancanza di tutela totale nei confronti dei comuni specialmente più piccoli: come quando si vede un film horror, davanti alla scena più dura ci si copre gli occhi”.
“E’ stata una bella scommessa questa Unione dei Comuni della Maiella – ha aggiunto Simone Romano D’Alfonso, sindaco di Lettomanoppello (Pescara) -. L’idea è nata quando noi sindaci ci ritrovavamo alle processioni dietro il Santo con le fasce tricolore addosso, attanagliati dai vari problemi che abbiamo, e ci sussurravamo: ‘mi presti un vigile, hai un tecnico?’, immersi in questa macchina comunale assurda, l’ente comunale, che va svecchiata.
Noi durante le processioni abbiamo detto: creiamo un’unione nostra. Non è semplice e abbiamo chiesto ad Anci. Siamo riusciti a coniugare questo processo di unione di popolazioni che complessivamente contano 10mila abitanti, un’unione di contrasto allo spopolamento partendo dai servizi. Ci stiamo riuscendo, il Santo ci ha benedetto”.
“Gli altri sindaci hanno raccontato, e racconto anch’io, le problematiche dei piccoli Comuni, come Tornareccio, territorio di alta collina, di biodiversità, mosaici e miele che ci fa onore in tutto il mondo – ha detto nel suo intervento Nicola Iannone, sindaco di Tornareccio -. Io voglio lanciare una provocazione a tutti noi: quando ricevete il decreto del Ministero di 10 pagine, che cosa vi dà fastidio?
La mia professione è tributarista, ma è possibile leggere tutti quei ‘Visto’, ‘Dato atto che’? Abbiamo miriadi di cose da fare, rendiamoci intelligenti, diminuiamo questa burocrazia che ci rende ridicoli nei confronti dell’Europa: su alcuni decreti siamo ridicoli, questa burocrazia ci soffoca”.
“L’Anci insieme ai sindaci dei piccoli comuni prova a proporre al governo nazionale un’agenda – ha sostenuto Antonio Decaro, presidente nazionale Anci e sindaco di Bari -: in questi anni abbiamo avuto uno spopolamento dei piccoli comuni che non può essere considerato dalla politica nazionale un problema dei sindaci o delle comunità dei piccoli comuni, è un problema nazionale, perché i piccoli comuni sono il 70% dei comuni italiani, occupano il 56% della superficie dell’intero paese, ci abitano 10,5 milioni di persone, quindi il problema dei piccoli comuni è un problema nazionale”.